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Incentivi imprese: ecco gli aiuti alle imprese da richiedere nel 2024

Incentivi Imprese

Ogni anno il Governo prevede degli incentivi per le imprese, sia regionali che nazionali. 

Questi possono offrire grandi opportunità alle aziende, dando la possibilità di accedere a finanziamenti agevolati, riduzioni, crediti d’imposta o altre risorse

Ecco perché vale la pena conoscere gli incentivi imprese previsti per quest’anno, per pianificare gli investimenti aziendali 2023 e migliorare il proprio business. 

Dal Voucher Digitalizzazione al Fondo di Garanzia PMI, gli aiuti per le imprese appena avviate o in difficoltà non sono pochi. In questo articolo vedremo quali sono le sovvenzioni statali più interessanti.

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Incentivi per le imprese: quali sono quelli da richiedere nel 2023 

Incentivi per le imprese

Ecco alcune delle agevolazioni alle imprese più interessanti da richiedere in questo 2023:

  1. Voucher digitalizzazione;
  2. Ecobonus;
  3. Fondo di Garanzia PMI;
  4. Nuove Imprese a Tasso Zero;
  5. Contratto di Sviluppo;
  6. Contributi a fondo perduto imprese.

Vediamo quali sono i termini e le condizioni.

1. Voucher digitalizzazione: proroga 2023

Incentivo digitalizzazione

Il voucher per la digitalizzazione è uno degli incentivi per imprese di micro, piccole e medie dimensioni e prevede un contributo finalizzato a sostenere le spese aziendali di ammodernamento tecnologico. Il bonus è rivolto anche alle persone fisiche con partita IVA che svolgono attività intellettuale.

Voucher digitalizzazione: a chi è rivolto

Si tratta di incentivi alle imprese che: 

  • intendono sviluppare soluzioni di ecommerce;
  • usufruire della banda larga e ultralarga per le telecomunicazioni e la rete internet; 
  • realizzare eventi formativi per il personale nel campo ICT (Information and Communication Technology); 
  • modernizzare l’organizzazione del lavoro attraverso l’utilizzo di strumenti tecnologici, migliorando così l’efficienza aziendale.

Il voucher connettività prevede contributi da 300 € fino a un massimo di 2500 €, a seconda della tipologia di voucher in cui si rientra (A1, A2, B o C) che varia in base alla velocità massima in download.

Come accedere al voucher

Il voucher poteva essere richiesto entro il 15 dicembre 2022, ma la Commissione Europea ha approvato la proroga di questa misura per tutto il 2023. Quindi le domande possono essere presentate direttamente agli operatori di telecomunicazioni accreditati entro il 31 dicembre 2023 e il contributo sarà riconosciuto come uno sconto sul prezzo degli abbonamenti.

Possono presentare la domanda le aziende che rientrano nei requisiti previsti dall’art. 5 del decreto 23 settembre 2014. In sintesi tutte le micro, piccole e medie imprese che: 

  • hanno sede legale sul territorio nazionale; 
  • sono iscritte alla Camera di Commercio;
  • non si trovano in stato di fallimento;
  • non hanno ricevuto altri contributi pubblici per le spese oggetto della concessione del Voucher;
  • non si trovano nella condizione di dover rimborsare aiuti statali non dovuti.

Sul sito Infratel è possibile trovare, alla sezione Documentazione Voucher Connettività, i documenti da presentare, i manuali, la modulistica e l’elenco degli operatori TLC accreditati.

2. Ecobonus

Ecobonus

Nelle grandi aziende di tutto il mondo sta aumentando sempre di più la sensibilità verso temi ecologici e non mancano iniziative sostenibili. Anche il Governo italiano si tiene al passo, promuovendo queste iniziative attraverso la creazione di bandi, bonus e sovvenzioni per le imprese italiane.

Tra i nuovi aiuti alle imprese, infatti, è previsto l’ecobonus: l’incentivo per una logistica sostenibile

Si tratta di una misura introdotta già nel 2020 ma che è stata prorogata fino alla fine del 2023 e che ha lo scopo di favorire l’acquisto di veicoli a zero o ridotte emissioni.

Categorie e chi ha diritto a l’ecobonus 

L’ecobonus comprende: 

  • veicoli commerciali elettrici destinati a trasporto merci (N1 e N2) nuovi di fabbrica, dotati di Massa Totale a Terra non superiore a 3,5 t per la categoria N1 e non superiore a 12 t per la categoria N2; 
  • auto elettriche nuove (M1), ibride e a motore termico fino a 135 gr/Km di CO2, con Classe Euro 6 o superiore e prezzo di listino non superiore a 45 mila euro.
  • motocicli e ciclomotori (da L1e a L7e) nuovi di fabbrica, elettrici o non, ma di classe di omologazione non inferiore a Euro 5. 

Il contributo può essere richiesto dalle persone fisiche, per i veicoli di categoria M1 o L1e-L7e, e dalle persone giuridiche per l’acquisto di veicoli di categoria M1, N1 e N2. 

L’obbligo di mantenimento della proprietà deve essere di 12 mesi per tutti i veicoli e, solo per le persone fisiche con ISEE inferiore a 30.000 euro, è possibile richiedere una maggiorazione del contributo.

Come ottenere l’ecobonus

La domanda può essere fatta direttamente attraverso il concessionario. 

Una volta ricevuta conferma della prenotazione, il concessionario rivenditore riconosce al cliente il contributo sotto forma di sconto sul prezzo del veicolo. A sua volta il rivenditore si rifà sul costruttore che gli rimborsa il contributo erogato. Infine, il costruttore, attraverso la consegna di tutta la documentazione necessaria, recupera il contributo come credito d’imposta.

Per l’anno 2023 sono stati stanziati 630 milioni di euro e i concessionari potranno cominciare a fare le prenotazioni dal 10 gennaio 2023 attraverso il sito ecobonus.mise.gov.it/.

Un incentivo interessante per chi intende impiantare una logistica attenta all’ambiente, anche perché questo tipo di mobilità può rappresentare l’ultimo tassello per un ecommerce sostenibile al 100%.

3. Fondo di Garanzia PMI

Fondo di Garanzia PMI

Il Fondo di Garanzia per le PMI è uno degli incentivi per le imprese introdotti dal Ministero dello Sviluppo Economico. Il Decreto Liquidità ne ha modificato le modalità e semplificato le procedure, ampliando la platea dei beneficiari. 

Si tratta di fondi concessi da banche o intermediari finanziari alle piccole e medie imprese che, attraverso una garanzia pubblica, hanno accesso ai finanziamenti senza dover presentare garanzie reali.

In poche parole, solitamente per ottenere dei finanziamenti le aziende devono presentare delle garanzie solide, ad esempio l’ipoteca su un immobile. Con il Fondo di Garanzia questo non è necessario. È lo Stato stesso che fa da garante per l’azienda e quindi, pur non concedendo prestiti, è in grado di supportare le imprese garantendo l’accesso a fondi finanziari.

Fondo di Garanzia: requisiti d’accesso

Possono accedere al fondo le aziende di micro, piccole o medie dimensioni, iscritte al Registro delle Imprese, situate sul territorio nazionale e valutate economicamente e finanziariamente sane.

Il DL Liquidità ha esteso l’ammissibilità, per finanziamenti fino a 30 mila euro, anche per i professionisti iscritti a ordini o associazioni professionali.

Come richiedere il Fondo di Garanzia

L’impresa o il professionista devono rivolgersi ad un istituto di credito richiedendo esplicitamente la copertura del Fondo di Garanzia. Sarà lo stesso istituto ad occuparsi della verifica dei requisiti e della presentazione della domanda. In alternativa i richiedenti possono rivolgersi ad un Confidi accreditato, un consorzio di garanzia collettiva dei fidi che garantisce l’operazione richiedendo poi la garanzia al fondo.

I sostegni alle imprese possono essere di varia natura, ovvero indirizzati ad alcuni specifici settori o beneficiari. 

In particolare il Fondo di Garanzia si divide in diverse sezioni, ad esempio la Sezione Speciale Resto al Sud, il Microcredito, la sezione relativa all’imprenditoria femminile, all’editoria e molti altri. 

Ciascuna sezione presenta diverse modalità di accesso e limiti di importo finanziabile. È possibile consultare l’elenco completo di tutte le sezioni sul sito ufficiale del Fondo di Garanzia

In generale il fondo prevede una copertura del: 

  • 90% per importi fino a 30 mila euro con durata massima fino a 15 anni;
    80% per garanzia diretta e 100% per riassicurazione/controgaranzia a fronte di liquidità o investimento, per importi non superiori al doppio della spesa salariale annua e per una durata massima di 8 anni;
  • 80% per la garanzia diretta e 90% per la riassicurazione, per le operazioni che non rientrano nei punti precedenti.

4. Nuove Imprese a Tasso Zero

Nuove imprese a tasso zero

Questa misura prevista dal Governo è pensata principalmente per i giovani e per le donne, è rivolta, infatti, alle aziende dove il 51% dei soci è costituito da soggetti di età compresa tra i 18 ed i 35 anni, oppure da donne di qualsiasi età.

I finanziamenti sono rivolti ad aziende costituite entro i 5 anni precedenti e appartenenti al settore:

  • del commercio di beni e servizi;
  • della produzione e trasformazione di beni (industria, artigianato e servizi);
  • del turismo.

Le caratteristiche 

La misura prevede sia un finanziamento a tasso zero, sia l’erogazione di un contributo a fondo perduto. Altre caratteristiche di questo incentivo per le imprese sono: 

  • l’importo richiesto per sostenere le spese ammissibili può raggiungere una copertura del 90% da rimborsare in 10 anni;
  • non sono richieste garanzie per finanziamenti inferiori a 250 mila euro;
  • per progetti che richiedono l’acquisto di un immobile è richiesta l’ipoteca;
  • le imprese costituite da non più di 3 anni possono ricevere finanziamenti fino a 1,5 milioni di euro;
  • le imprese costituite da almeno 3 anni e da non più di 5 possono richiedere finanziamenti fino a 3 milioni di euro;

Come già accennato, l’incentivo per l’impresa può essere erogato sotto forma di contributo a fondo perduto e di finanziamento a tasso zero. Il contributo a fondo perduto è riconosciuto nei limiti del 20% per le aziende costituite da meno di 3 anni, mentre il limite scende al 15% per le aziende costituite da 3 a 5 anni

Con l’esaurimento delle risorse finanziarie erogate a fondo perduto le agevolazioni sono concesse esclusivamente nella forma di finanziamento a tasso zero.

Per richiedere il finanziamento, la presentazione della domanda può avvenire esclusivamente online, attraverso la piattaforma messa a disposizione da Invitalia, l’Agenzia nazionale per lo sviluppo, di proprietà del Ministero dell'Economia.

5. Contratto di sviluppo

Contratto di sviluppo

Il Contratto di Sviluppo fornisce investimenti per le imprese di grandi dimensioni appartenenti al settore industriale, agro-industriale, turistico e di tutela ambientale.

Infatti l’investimento minimo richiesto è di 20 milioni di euro che si riducono a 7,5 milioni per il settore relativo alla trasformazione di prodotti agricoli e per progetti turistici localizzati (il decreto direttoriale del 28 dicembre 2022 ha disposto la temporanea chiusura dei termini per a partire dal 1 gennaio 2023 per la presentazione delle domande per il settore Trasformazione e Commercializzazione dei prodotti agricoli).

Il Contratto di Sviluppo consente la finanziabilità di:

  • programmi di sviluppo industriali, compresi la trasformazione e commercializzazione di prodotti agricoli (attualmente sospeso);
  • programmi di sviluppo per la tutela ambientale;
  • programmi di sviluppo di attività turistiche, che possono comprendere programmi destinati allo sviluppo delle attività commerciali fino ad un massimo del 20% degli investimenti complessivi da realizzare.

In particolare prevede i seguenti incentivi per le imprese (anche in combinazione fra loro):

  • finanziamento agevolato (nei limiti del 75% delle spese);
  • contributo diretto alla spesa;
  • contributo a fondo perduto in conto impianti;
  • contributo in conto interessi.

L’entità degli incentivi varia in base alla tipologia di progetto, che può essere di ricerca o di sviluppo e innovazione.

Soggetti attivi nel Contratto di Sviluppo

Nel Contratto di Sviluppo intervengono:

  • l’impresa proponente, promuove l’iniziativa ed è l’interlocutore formale che mantiene i rapporti con Invitalia;
  • le imprese aderenti, che realizzano progetti di investimento nell’ambito del Contratto;
  • i soggetti partecipanti agli eventuali progetti di ricerca, sviluppo e innovazione.

Inoltre il Contratto può essere realizzato da più soggetti con il cosiddetto contratto di rete, in questo caso viene nominato un organo che assolve tutti i compiti e gli adempimenti nei confronti di Invitalia.

Come presentare la domanda

La domanda deve essere presentata esclusivamente online attraverso il sito Invitalia. Per farlo sarà necessario essere in possesso di identità digitale (SPID, CNS, CIE), dopodiché si potrà, attraverso la piattaforma dedicata, compilare la domanda e caricare tutti gli allegati.

L’invio totalmente telematico presuppone anche il possesso di una PEC, la Posta Elettronica Certificata.

6. Contributi a fondo perduto per imprese

Contributi a fondo perduto imprese

Gli aiuti alle piccole imprese possono essere erogati anche attraverso un’altra formula che è quella dei contributi a fondo perduto.

Si tratta di bonus impresa che prevedono dei finanziamenti senza alcun obbligo di restituzione, né del capitale né degli interessi relativi. Inoltre, l’ente erogatore (il Ministero, la Camera di Commercio o il proprio Comune) non richiede alcuna garanzia. 

Vediamo quali sono le misure previste dal Governo che garantiscono questi incentivi per le imprese.

Resto al Sud

Resto al Sud

È un progetto che sostiene gli imprenditori che intendono avviare un’attività nelle seguenti aree

  • le regioni Abruzzo, Basilicata, Calabria, Campania, Molise, Puglia, Sardegna, Sicilia;
  • le isole minori lagunari e marine e lacustri del Centro-Nord;
  • zone sismiche del Centro Italia Lazio, Marche e Umbria.

I finanziamenti sono destinati ad imprese e liberi professionisti la cui attività rientri nelle seguenti categorie:

  • attività libero professionali (sia in forma individuale che societaria);
  • fornitura di servizi alle imprese e alle persone;
  • commercio;
  • turismo;
  • attività produttive nei settori industria, artigianato, trasformazione dei prodotti agricoli, pesca e acquacoltura.

Il contributo a fondo perduto per le imprese prevede una copertura al 100% fino ad un massimo di 50 mila euro per ogni richiedente e sale a 200 mila euro per le società composte da quattro membri. Mentre per le ditte individuali con un solo proponente l’incentivo è di 60 mila euro.

Il bonus impresa viene così ripartito: 

  • 50% contributo a fondo perduto;
  • 50% finanziamento bancario con Fondo di Garanzia per le PMI e gli interessi sono a carico di Invitalia.

Resto al Sud non prevede scadenze, le domande possono essere presentate fino a quando ci sono fondi disponibili. Per maggiori informazioni consultare il sito Invitalia.

Contributo fondo perduto Imprese femminili Emilia Romagna

Contributo fondo perduto imprese femminili

Nel 2022 il Governo aveva istituito il Fondo Imprese Femminili, disponibile per tutte le imprese su territorio italiano, che però si è concluso nel luglio 2022 per esaurimento delle risorse disponibili.

Al momento in Emilia Romagna il fondo Imprese femminili, invece, è ancora attivo e prevede incentivi alle imprese nella misura massima del 50% della spesa ammessa, per un importo non inferiore a 20 mila euro e fino ad 80 mila euro. È destinato alle aziende localizzate nel territorio dell’Emilia Romagna di micro, piccole e medie dimensioni. In particolare:

  • alle società di persone dove il numero delle socie rappresenti il 60%;
  • alle società di capitali dove le donne detengano almeno i due terzi delle quote;
  • alle imprese individuali in cui il titolare sia una donna.

I requisiti per ottenere il contributo sono:

  • iscrizione al Registro delle Imprese;
  • la sede operativa in Emilia Romagna;
  • le aziende in questione non devono essere destinatarie di provvedimenti di decadenza, sospensione o di divieto né devono trovarsi in stato di liquidazione giudiziale.

Il contributo a fondo perduto è destinato ad attività relative:

  • all’innovazione e valorizzazione dei prodotti e dei sistemi di vendita;
  • allo sviluppo innovativo dei sistemi informatici e all’efficientamento; dei processi di erogazione dei servizi;
  • all’implementazione di sistemi per la promozione della vendita online di servizi;
  • allo sviluppo di sistemi di sicurezza informatica;
  • all’introduzione di soluzioni per agevolare la conciliazione di responsabilità lavorative e familiari.

È possibile presentare le domande sul sito del Fondo Europeo di Sviluppo Regionale dalle ore 10 del 24 febbraio 2023 alle ore 13 del 28 marzo 2023, dove è possibile avere maggiori informazioni relative al bando e alle modalità di presentazione.

Conclusioni

Gli incentivi per le imprese previsti dal Governo anche nel 2023 sono diversi. In questo articolo ne abbiamo visti soltanto alcuni, quelli che abbiamo reputato più utili agli imprenditori che intendono migliorare la struttura del proprio negozio online.

Avere una maggiore disponibilità economica, infatti, consente agli imprenditori di implementare nuovi servizi e tecnologie nel proprio ecommerce, permettendo loro di migliorarne la gestione e di fare investimenti per la crescita, ad esempio utilizzando una piattaforma come ShippyPro per avere una logistica all’avanguardia. 

I contributi alle imprese, quindi, sono un elemento fondamentale che ogni imprenditore dovrebbe considerare, sia che si tratti di aiuti alle imprese in difficoltà, sia che riguardino incentivi in grado di migliorare il proprio ecommerce.

Incentivi imprese: domande frequenti

Quali sono i bonus per le imprese?

Ogni anno il Governo prevede o rinnova numerosi incentivi per le imprese, eccone alcuni:

  1. Voucher digitalizzazione;
  2. Ecobonus;
  3. Fondo di Garanzia PMI;
  4. Nuove Imprese a Tasso Zero;
  5. Contratto di Sviluppo;
  6. Contributi a fondo perduto imprese (Resto al Sud, Imprese femminili Emilia Romagna).

Come richiedere il fondo perduto 2023?

Esistono diversi contributi a fondo perduto. Un esempio è quello relativo all’incentivo Resto al Sud, rivolto alle aziende situate nel Sud Italia. Per richiedere il finanziamento è necessario presentare la domanda in via telematica attraverso il sito Invitalia.

Cosa finanzia imprenditoria femminile 2022?

Gli incentivi relativi all’imprenditoria femminile sono diversi e prevedono incentivi alle imprese costituite in maggioranza da donne o dove le donne occupano ruoli dirigenziali. I finanziamenti sostengono l’occupazione femminile puntando all’autoimpiego e all’introduzione di soluzioni per agevolare la conciliazione di responsabilità lavorative e familiari. Attualmente il Fondo Imprenditoria Femminile non è attivo per esaurimento dei fondi ma quello previsto in Emilia Romagna è stato prorogato anche per il 2023.

Come funziona ecobonus per le imprese?

L’Ecobonus è l’incentivo per la mobilità sostenibile che ha lo scopo di favorire l’acquisto di veicoli a zero o ridotte emissioni. Il contributo può essere richiesto dalle persone fisiche o giuridiche facendo domanda direttamente attraverso il concessionario. 



Adriana Miccio

Come content writer appassionata di digital marketing la collaborazione con ShippyPro è una sfida continua che mi permette di unire la passione per la scrittura e la comunicazione al mondo della logistica, cercando ogni volta di fornire contenuti SEO che siano utili anche agli utenti.