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13 tecniche di visual merchandising: esempi, idee e trend 2024

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Il visual merchandising è uno strumento di marketing indispensabile per migliorare l’immagine dello store, trasmettere al cliente la mission e l'identità del brand, con lo scopo finale di aumentare le vendite coinvolgendo e fidelizzando i clienti. Per questo negli anni è diventato sempre più importante, un’attività strategica con figure dedicate sia nei negozi fisici che online.

In questo articolo vedremo cos’è il visual merchandising, come funziona e quali sono le tecniche che è possibile mettere in campo per esporre i propri prodotti in maniera efficace.

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Cos’è il visual merchandising: significato

Visual merchandising significato

Il visual merchandising è l’arte di esporre la merce all’interno di un negozio, attraverso un insieme di tecniche e strategie in grado di investire i 5 sensi dell’essere umano. 

Lo scopo del visual merchandising, che si potrebbe tradurre con l’espressione visualizzazione della merce, è quello di trasmettere l’identità del brand attraverso un linguaggio non verbale e presentare i prodotti in modo attraente per invogliare all’acquisto

Ma questa strategia va al di là della semplice esposizione dei prodotti o dell’allestimento di una vetrina. Sfrutta la percezione sensoriale umana, le strategie di marketing, il senso estetico e la psicologia, per coinvolgere il cliente, trasportarlo nel mondo del brand e guidarlo all’interno dello store.

Chi è il visual merchandising manager (e perché serve)

Chi è il visual merchandising manager

È la figura creativa che si occupa di tutto questo. Unendo conoscenze di marketing e design, crea un ambiente coinvolgente all’interno di un’area commerciale e valorizza i prodotti trasmettendo la brand identity ai clienti che entrano in un negozio o in uno store online.

La figura del visual merchandising manager può essere richiesta anche in altri ambiti, ad esempio sfilate di moda, esposizioni museali e altri eventi di questo genere, allo scopo di creare un ambiente coinvolgente per i visitatori e trasmettere, anche in questo caso, l’immagine del brand o dell’evento.

Ecco alcune delle attività in cui può essere coinvolto un visual merchandising manager:

  1. progettazione e allestimento degli store o degli spazi espositivi;
  2. scelta dei materiali da utilizzare all’interno delle esposizioni e organizzazione e distribuzione dei prodotti in modo che sia coinvolgente per il pubblico;
  3. scelta e acquisto dei materiali di merchandising come gadget, cartelloni pubblicitari ecc.
  4. creazione di materiali di marketing come brochure e cataloghi per la promozione dell’azienda;
  5. pianificazione degli eventi per il lancio di nuovi prodotti o di altri eventi legati ad un brand o ad un azienda;
  6. sviluppo di piani d’azione per l’aumento delle vendite attraverso lo studio dell’andamento delle vendite;
  7. studio delle tendenze di mercato per garantire allestimenti sempre all’avanguardia;
  8. gestione del budget del visual merchandising.

Visual merchandising e store design (anche online)

Visual merchandising online

Quando si parla di store, spesso si intende sia un negozio fisico che un ecommerce e mai accezione fu più corretta nel caso del visual merchandising. 

Questa strategia di marketing, che punta a una presentazione attraente e coinvolgente dei prodotti in vendita, può essere applicata sia ai negozi fisici che a quelli online.

In questo caso, infatti, può essere utilizzata per personalizzare l'aspetto di un sito, ad esempio sfruttando elementi di design accattivanti o creando delle pagine di prodotto ben strutturate. 

Ciò che avviene all’interno di un negozio fisico insomma può essere applicato anche all’ecommerce, ideando un percorso d’acquisto naturale servendosi di colori, immagini, descrizioni accattivanti ecc. 

In particolare vanno curate le immagini che devono essere di alta qualità per dare ai clienti un'idea chiara di ciò che stanno acquistando. Altri aspetti importanti da considerare sono: 

  • mostrare il prodotto in uso, indossato ad esempio, per mostrare la vestibilità, o per dimostrarne il funzionamento;
  • organizzare i prodotti in maniera armonica coerente, rispettando gli “spazi bianchi” per una vista chiara di tutti i prodotti e raggruppandoli ad esempio per categorie;
  • aggiungere titoli e descrizioni complete e accattivanti, per non lasciare alcun dubbio al cliente;
  • offrire opzioni di personalizzazione, anche qui come nel VM offline è importante far sentire coccolato il proprio cliente e offrirgli un’esperienza utente personalizzata;
  • utilizzare la tecnologia per un’esperienza immersiva, ad esempio con la realtà aumentata.

13 strategie di visual merchandising 

All’inizio di questo articolo abbiamo parlato del visual merchandising come di un’arte. In realtà si tratta di un insieme diverso di approcci che vanno dall’estetica alla scienza. 

Per ottenere il miglioramento delle prestazioni di un negozio, il visual merchandising richiede un’analisi approfondita del cliente e della sua psicologia, uno studio dei KPI (Key Performance Indicator), ovvero gli indicatori di performance, e l’applicazione di tutte le regole del marketing tradizionale. Tutto questo viene poi riportato in allestimenti esteticamente coinvolgenti.

Ma come fa il visual merchandising manger ad ottenere questo risultato? Innanzitutto sfruttando i 5 sensi dell’essere umano: vista, udito, tatto, olfatto e gusto. 

Il VM e la percezione sensoriale umana

Vista. È il primo dei 5 sensi, quello che utilizziamo maggiormente e per questo quello più importante nel visual merchandising. Da qui l’importanza di esporre la merce in un’organizzazione gradevole alla vista e sfruttando la psicologia dei colori, che devono essere sempre in sintonia con quelli del brand.

Udito. Secondo quanto dice la scienza, cominciamo a sentire dal ventre materno già dalla 22esima settimana. Il nostro primo senso, quindi, è l’udito, soltanto dopo la vista prende, per così dire, il sopravvento. Per sfruttare questo senso il visual merchandising manager utilizza suoni e musica coinvolgenti e in linea con il brand.

Olfatto. Un senso molto sottovalutato, ma che invece è in grado di stimolare sensazioni, ricordi ed emozioni più degli altri sensi, perché strettamente legato al sistema limbico (la parte del cervello che gioca un ruolo importante nella gestione delle nostre emozioni).

Gusto. Quando si parla di visual merchandising, l’abbigliamento è la prima cosa che ci viene in mente. Ma il gusto è un altro canale che è possibile sfruttare per ottenere l’engagement della propria clientela e non solo nei punti vendita alimentari. Non sono rari i casi in cui le esposizioni, pur non avendo nulla a che vedere con il settore ristorativo, puntano su questo senso, per migliorare l’esperienza del cliente. Un esempio? Le boutique di lusso che offrono spumante e stuzzichini ai propri clienti.

gusto

Tatto. Lavorare alle esposizioni tenendo conto di questo senso consente di eliminare le barriere tra produttore e consumatore. Entrando nel negozio il cliente deve poter “toccare con mano” ciò che intende acquistare. Inoltre questa strategia può essere estesa agli stessi allestimenti che compongono l’esposizione in quanto molto spesso realizzati con materiali o tessuti particolari in grado di catturare l’attenzione del visitatore.

Vediamo adesso 13 strategie di visual merchandising da applicare:

  1. sistema espositori e scaffali;
  2. crea outfit;
  3. raggruppa per tema;
  4. raggruppa per colore;
  5. rinnova la vetrina;
  6. trova un punto focale;
  7. scegli i colori giusti;
  8. sfrutta le luci;
  9. scegli la musica giusta;
  10. scegli una fragranza tutta tua;
  11.  fai assaggiare i tuoi prodotti;
  12. dai libero accesso alla tua merce;
  13. il sesto senso: l’atmosfera. 

1. Sistema espositori e scaffali 

La prima regola di base è che si compra solo ciò che si vede. Non sorprendiamoci quindi se alcuni capi o prodotti non vengono degnati di uno sguardo se si trovano abbandonati in fondo al negozio. 

Disporre la merce in maniera ordinata, sfruttando bene gli spazi, è l’unico modo per consentire ai clienti di vedere e raggiungere semplicemente i prodotti di proprio interesse. 

In questi casi cale sempre la regola less is more, nessuno è attratto da esposizioni confusionarie dove c'è moltissima merce ma poca armonia. Ecco un esempio di quanto appena detto in questa esposizione di Vossen.

Espositori scaffali visual merchandising

Fonte: Pinterest 

 

Qualunque sia il supporto: scaffali, espositori, manichini, l’importante è usarli con un senso estetico, permettendo ai clienti di vedere tutta la merce nella sua interezza, senza confonderli. Ma questo ci porta al secondo punto.

2. Crea outfit

Gli stand, gli espositori o gli scaffali consentono di mostrare una grande quantità di prodotti, consentendo al cliente di poter visionare colori e taglie. Ma creare un outfit è la scelta vincente

Mostrare con un manichino, o altri mezzi di esposizione, l’abbinamento di diversi prodotti, catturerà l’attenzione del cliente più che un intero scaffale con taglie e colori differenti. Come ha scelto di fare Ralph Lauren in questo allestimento.

Visual merchandising outfit

Fonte: Pinterest

 

L’outfit può essere creato anche sullo stand abbinando più capi e corredandolo di accessori. In questo modo il cliente avrà modo di costruire, nella sua mente un’immagine di se stesso con quel preciso outfit. Inoltre sarà spinto a quell’acquisto perché si “fiderà” dell’abbinamento creato dal brand stesso.

3. Raggruppa per tema 

Potrebbe sembrare l’inverso di quanto abbiamo detto nel punto precedente, ma non è così. Raggruppare la merce per tema significa dare la possibilità al cliente di visionare non uno stesso prodotto in più colori e taglie, ma più prodotti che possono essere considerati di una stessa categoria. 

Se si possiede un negozio di abbigliamento, ad esempio, è possibile raggruppare tutti i capi di una determinata collezione. E questo funziona ancora meglio online, creando alcune sezioni del negozio per ciascuna categoria.

Se invece si possiede un negozio di prodotti per la casa, i prodotti possono essere raggruppati nella categoria accessori per la colazione, dalle tazze alla scatola dei biscotti.

visual merchandising categorie prodotti

Fonte: Pinterest 

 

4. Raggruppa per colore

Unire tutti i capi di uno stesso colore è una delle tecniche espositive di visual merchandising più efficaci. È più riposante per gli occhi, crea un senso di armonia e di ordine al contempo, e il cliente può dirigersi direttamente verso il colore che desidera comprare. 

Come ha scelto di fare Ralph Lauren in questo allestimento.

Colore nel visual merchandising

Fonte: Pinterest 

 

Ovviamente queste tecniche non devono essere definitive, la struttura espositiva può, anzi deve, cambiare. Non è pensabile tenere la merce classificata esclusivamente per colore senza mai dare spazio ad altre strategie, come quella di creare outfit, categorie o di raggruppare per tema. E questo vale anche e soprattutto per le vetrine.

5. Rinnova la vetrina

La vetrina è dove il cliente compie il primo passo del suo customer journey e questo vale anche per un ecommerce. L’esposizione della merce nel proprio negozio parte sempre prima dalla vetrina.

Cambiare regolarmente il suo assetto fa pensare al cliente che ci siano delle novità che si sta perdendo e questo potrebbe invitarlo ad entrare.

Non è necessario cambiare tutta la merce esposta, è sufficiente fare piccoli cambi: sostituire o spostare gli espositori, cambiare i capi sui manichini o la loro la posizione.  

Questi piccoli cambiamenti possono essere fatti anche solo una volta a settimana ad esempio prima del weekend, quando l’afflusso delle persone è maggiore. In modo da far pensare che dall’ultima settimana siano state aggiunte delle novità.

Ogni 3-4 settimane però la vetrina va completamente rinnovata, soprattutto quando si tratta di merce stagionale, legata ad eventi particolari o allestimenti complessi e di grandi dimensioni come questo di Versace.

Visual merchandising vetrina versace

Fonte: Pinterest 

6. Trova un punto focale

Scegliere un punto focale dove concentrare l’attenzione del cliente eviterà a quest’ultimo di sentirsi confuso. Tutto il resto dovrà essere un contorno, ma l’attenzione principale del cliente dovrà essere concentrata su un punto ben preciso. 

Questo può avvenire in concomitanza con alcune festività o stagioni e in questo caso è possibile porre l’attenzione su una collezione in particolare sulla quale si vuole puntare, come ha fatto H&M in questo allestimento.

Visual merchandising punto focale

Fonte: Pinterest 

 

Inutile dire che questa strategia di visual merchandising si applica perfettamente al mondo online, non soltanto per quanto riguarda il sito ma anche per i social network, ad esempio postando una foto dell’interno del negozio che inquadra il punto focale.

7. Scegli i colori giusti 

Fare una buona scelta cromatica non è indispensabile solo per creare il brand e mostrare la sua identità, non si tratta soltanto di applicare la psicologia dei colori alla realizzazione del brand, ma della costruzione di un vero e proprio percorso all’interno del negozio.

Quando le persone entrano in un negozio, spesso si dirigono verso ciò che attira la loro attenzione. Questo significa che utilizzando i colori giusti è possibile creare dei veri e propri percorsi che guidano il cliente inconsciamente verso l’interno. 

In generale sia nell’area espositiva, sia nelle vetrine, la scelta dei colori deve essere studiata. Una vetrina con un buon contrasto di colori potrebbe essere un buon modo per catturare l’attenzione di potenziali clienti. Quello che conta è che il negozio deve essere sempre “instagrammabile”: un negozio con i colori giusti può spingere il cliente a scattare foto da pubblicare sul suo profilo

8. Sfrutta le luci

Anche le luci concorrono a creare l’identità di un brand ma, per quanto possano essere un elemento artistico da sfruttare per il visual merchandising, è bene ricordare che una luce troppo forte o troppo tenue può essere fastidiosa, oltre che restituire una resa falsata del colore della merce.

È un po’ come in fotografia, dove la luce ha una durezza. Le luci per allestire un’esposizione possono essere dure o morbide. 

Una luce dura restituisce ombre molto marcate, a differenza di una luce morbida che crea ombre molto più rilassanti e linee più morbide. 

VM Luci

Fonte: Pinterest 

 

Le luci di una gioielleria ad esempio sono molto dure perché devono restituire il luccichio dei gioielli e delle pietre esposte. Per un negozio di abbigliamento da uomo che tende al classico, invece, potrebbero essere più adatte luci calde. Ecco un esempio.

luci calde

Fonte: Pinterest 

 

9. Scegli la musica giusta

Come abbiamo già detto in precedenza, l’udito non è il senso che usiamo di più ma è quello che si sviluppa per primo. Di qui la sua importanza anche per coinvolgere il cliente.

Niente come la musica è in grado di creare l’atmosfera giusta. Esistono diverse ricerche che hanno dimostrato che la musica può influenzare le nostre azioni, pertanto è bene documentarsi prima di scegliere la musica da proporre nel proprio negozio.

Ad esempio, se si possiede un brand di lusso, la musica heavy metal non è il genere più adatto, oppure se si intende creare un ambiente informale, indirizzato ai giovani, la musica classica può non essere la scelta migliore.

Insomma, quando si crea la propria playlist è bene ricordarsi di restare sempre in linea con il brand e con la sua filosofia. 

Esistono anche soluzioni alternative come la radio in store. Fino a qualche anno fa erano soluzioni adottate solo dalle grandi boutique, oggi invece anche le piccole realtà possono ottenere, attraverso un abbonamento, una radio personalizzata, con una playlist selezionata e materiale pubblicitario. Basterà fare una ricerca veloce su internet per trovare moltissime piattaforme che offrono questo servizio come Soundreef o Tailoradio.

10. Scegli una fragranza tutta tua

Avere una propria fragranza identifica in maniera univoca il negozio: una volta associato quel brand a quel profumo, il cliente lo riconoscerà ovunque

Le soluzioni per diffondere il profumo nel proprio negozio sono varie: spray, lampade olfattive che fanno anche da arredo, diffusori olfattivi per ambienti. È possibile anche profumare capi d’abbigliamento, cartellini, depliant e sacchetti. Insomma, tutto quello che entra in contatto con il cliente, può essere sfruttato per fissare in lui il ricordo del brand.

Attenzione però, i profumi troppo forti potrebbero ottenere l’effetto contrario e allontanare il cliente.

11. Fai assaggiare i tuoi prodotti

Finora abbiamo dato maggiore spazio ai negozi di abbigliamento o di oggettistica in generale ma, tutte le indicazioni viste finora, possono essere applicate a qualsiasi genere di vendita.

Quando si parla di cibo però, il gusto diventa il senso più importante. Un bancone con un'esposizione di assaggi, ben disposti, invitanti e soprattutto gratis è in grado di attrarre molta più clientela di quanto si immagini. Quello che conta in questi casi è la freschezza dei prodotti, un’igiene maniacale e un’esposizione ricca e accurata.

visual merchandising esposizione cibo

Fonte: Pinterest 

 

12. Dai libero accesso ai tuoi prodotti

Il tatto è l'ultimo dei sensi di cui vogliamo parlare. Il cliente deve avere la possibilità di entrare in contatto con il brand toccando i suoi prodotti. Deve poterne verificare la qualità per giudicare se il prodotto può essere di suo interesse. È bene ricordare che toccare con mano i prodotti accorcia le distanze tra cliente e brand.

13. Il sesto senso: l’atmosfera

Come creare l’atmosfera giusta? Mettendo in pratica tutti i consigli che abbiamo visto finora. Percepire un’atmosfera può essere considerato davvero il nostro sesto senso, dato dalla totalità delle percezioni sensoriali.

Un cliente che entra in un negozio, attratto da una vetrina innovativa, colorata e interessante, deve essere accolto da un profumo gradevole, da musica accogliente e da un personale gentile e sorridente. Deve avere la possibilità di guardare la merce esposta con gusto, di poterla toccare per giudicarne la qualità e passeggiare liberamente per le aree del negozio, guidato da segnaletica, colori ed espositori. L’azienda, durante il percorso del cliente, ha il compito di metterlo a suo agio raccontando la sua storia.

Atmosfera visual merchandising

Retail visual merchandising: esempi, idee e trend

Il visual merchandising è in continua evoluzione e per restare al passo con i tempi e creare installazioni innovative e all’avanguardia è sempre bene guardarsi intorno, cercare ispirazione e dare libero sfogo alla creatività.

I trend possono variare in base a diversi fattori, come il settore di riferimento, le tendenze del mercato e le preferenze dei consumatori. Vediamone alcuni. 

Personalizzazione. Molti brand stanno cercando di utilizzare il visual merchandising per creare spazi unici e coinvolgenti, permettendo ai clienti di avere così un’esperienza di acquisto personalizzata. H&M ad esempio ha installato questo schermo interattivo per permettere ai clienti di selezionare i capi di loro interesse.

Personalizzazione nel visual merchandising

Omnichannel. Come abbiamo già accennato, il visual merchandising sta diventando sempre più omnicanale, ovvero si sta sviluppando una sinergia tra il negozio fisico e quello online. In questo modo, si mira a creare un'esperienza di acquisto fluida e senza interruzioni per i clienti, indipendentemente dal luogo in cui decidono di fare acquisti. 

Alcuni store ad esempio permettono di provare le sneakers online prima di acquistarle.

visual merchandising omnichannel

Fonte: Pinterest 

 

Sostenibilità. La sostenibilità per i negozi, sia online che offline, sta diventando un tema sempre più importante. Con l'utilizzo di materiali riciclati e l'adozione di pratiche di conservazione dell'energia, oggi i brand mostrano sempre di più di avere a cuore le sorti del pianeta. Un esempio? Questa installazione di H&M che sensibilizza il proprio pubblico sul tema della moda sostenibile.

visual merchandising sostenibilità

Uso delle tecnologie digitali: il visual merchandising sta sfruttando sempre di più le tecnologie digitali. Realtà aumentata e display interattivi stanno diventando sempre più frequenti negli store per creare esperienze di acquisto coinvolgenti e all’avanguardia. Ecco un esempio in questa immagine.

decnologie digitali

Creatività. La creatività è alla base del visual merchandising, chi lavora in questo settore sa bene che per ottenere il massimo da un punto vendita è necessario come prima cosa catturare l’attenzione del cliente, e quale modo migliore se non quello di dare libero sfogo alla fantasia e ideare installazioni sempre nuove e originali? Come in questa vetrina dove una borsa diviene l’oggetto del desiderio.

Creatività nel visual merchandising

Fonte: Pinterest 

 

Per approfondire: libri visual merchandising

Finora abbiamo visto un insieme di strategie che possono migliorare le prestazioni di un negozio. Per chi vuole approfondire però ecco una selezione di alcuni dei libri presenti sul mercato che riguardano questo tema. 

Nella nostra selezione abbiamo tenuto conto anche del visual merchandising per ecommerce:

  1. Visual merchandising. La comunicazione del punto vendita per dare valore all'esperienza del cliente - Karin Zaghi
  2. Visual merchandising e visual marketing per punti vendita di successo - Beatrice Rizzi e Silvia Milani;
  3. Professione visual merchandiser. Progetto e design di interni e vetrine - Silvia Belli;
  4. Visual Merchandising: Window and In-Store Displays for Retail - Tony Morgan (lingua inglese); 
  5. Ecommerce Visual Merchandising: Strategie di merchandising applicate al tuo business online - Diana Espinoza Alcívar e Mario Haro Salazar.

Conclusioni

In questo articolo abbiamo parlato del visual merchandising, di cos’è e come funziona. Abbiamo fatto una lunga panoramica sulle installazioni più funzionali e innovative dei più grandi brand, ciascuna legata ad uno dei cinque sensi dell’essere umano. 

Su queste basi abbiamo cercato di dare libero sfogo alla fantasia e alla creatività, apprendendo dai più grandi e seguendo le tendenze del momento per creare installazioni accattivanti e coinvolgenti.

Tutto ciò di cui abbiamo parlato, le idee, i trend, non sempre sono applicabili agli ecommerce. Ma in un commercio che punta sempre più all’omnicanalità, che quindi realizza vendite on e offline senza alcuna distinzione, il visual merchandising è l’altro lato della medaglia del lavoro di branding e di User Experience sul web che può sfruttare tutti e 5 i sensi. 

Il customer journey può iniziare online e terminare in negozio e viceversa, per questo motivo una strategia che coinvolge tutti i sensi è sempre vincente.

Inoltre, non dimentichiamo l’enorme cambiamento che internet sta subendo. In un mondo che si connette sempre di più con la realtà virtuale, probabilmente in pochi anni gli acquisti online, come li conosciamo oggi, scompariranno del tutto. Studiare strategie di visual merchandising applicabili anche alla realtà aumentata fin da ora, potrebbe essere la scelta più all’avanguardia che un’azienda possa fare.

Domande frequenti

Dove lavora un visual merchandiser?

Il visual merchandiser solitamente lavora in negozi e grandi magazzini e ha il compito di provvedere a creare installazioni accattivanti, allestire le vetrine, organizzare la disposizione dei prodotti, pianificare eventi di lancio e creare un ambiente piacevole per invogliare i clienti ad entrare in negozio e ad acquistare. 

Quanto guadagna il merchandising manager?

Lo stipendio medio di un visual merchandising manager in Italia parte da 1400€/mese ma raggiunge cifre decisamente più alte in base al livello dell’azienda. Un visual merchandiser che lavora per grandi brand può arrivare a guadagnare anche 60.000 € l’anno.

Che cosa vuol dire merchandising?

La traduzione in italiano che più si avvicina al concetto di merchandising è “commercializzazione”. Il visual merchandising è appunto la commercializzazione di una determinata merce attraverso tecniche di marketing innovative e all’avanguardia, in grado di attirare il cliente e coinvolgerlo attraverso i 5 sensi.

Quali sono gli strumenti del merchandising?

Ecco 13 strategie di visual merchandising che possono essere applicate agli store online e offline:

  1. sistema espositori e scaffali;
  2. crea outfit;
  3. raggruppa per tema;
  4. raggruppa per colore;
  5. rinnova la vetrina;
  6. trova un punto focale;
  7. scegli i colori giusti;
  8. sfrutta le luci;
  9. scegli la musica giusta;
  10. scegli una fragranza tutta tua;
  11.  fai assaggiare i tuoi prodotti;
  12. dai libero accesso alla tua merce;
  13. il sesto senso: l’atmosfera. 

Qual è un esempio di merchandising dei prodotti?

Il merchandising può avere due significati. Il primo consiste nell’utilizzare un brand di un prodotto per venderne altri: l’Hard Rock Café ha utilizzato il marchio del ristorante per vendere cappellini, magliette ed altri oggetti. Il secondo riguarda le strategie di marketing applicate all’interno di uno store: l’allestimento di vetrine e aree di vendita con tecniche volte a trasmettere l'identità del brand, per catturare l’attenzione del visitatore e convertirlo in cliente.  

Come si chiama chi allestisce i negozi?

È il visual merchandiser che si occupa della creazione e della gestione dell'aspetto estetico del negozio, con l'obiettivo di attirare l'attenzione dei clienti e incoraggiarli a fare acquisti.

Adriana Miccio

Come content writer appassionata di digital marketing la collaborazione con ShippyPro è una sfida continua che mi permette di unire la passione per la scrittura e la comunicazione al mondo della logistica, cercando ogni volta di fornire contenuti SEO che siano utili anche agli utenti.