Brand awareness è un termine che definisce la consapevolezza che i consumatori hanno di un determinato brand e dei suoi prodotti o servizi. In pratica, quando si parla di brand awareness ci si riferisce alla notorietà di un brand, quindi alla sua riconoscibilità nella mente dei consumatori.
Ma come si traduce questo concetto di “riconoscibilità” nella pratica, e come è possibile misurare e migliorare la brand awareness del proprio business?
In questo articolo troverai la risposta a queste ed altre domande, con 5 comodi esempi che ti aiuteranno a comprendere meglio il concetto.
La brand awareness, in italiano consapevolezza della marca, è un termine che indica la notorietà di un brand e la conseguente capacità dei consumatori di riconoscerlo.
In altre parole, si tratta di un parametro che misura la familiarità dei consumatori con un brand e con i relativi prodotti e servizi, e l’appetibilità che quel brand ha per i consumatori.
A una maggiore brand awareness corrisponde una maggiore possibilità di aumentare la redditività dell’azienda, grazie al fatto che un numero sempre più grande di clienti fidelizzati corrisponde inevitabilmente a un fatturato maggiore.
Oltre a un discorso puramente economico, l’obiettivo di qualunque azienda è essere nella mente dei propri consumatori, possibilmente nei posti più alti della classifica. In questo modo, quando quei consumatori avranno bisogno di un prodotto che rientra nel tuo target di mercato, sarà molto più probabile che scelgano di rivolgersi al tuo business (e di continuare a farlo anche in futuro).
Avere una buona brand awareness, e possibilmente vederla crescere in modo costante e graduale nel tempo, è l’obiettivo di qualunque strategia di marketing.
I business con una forte brand awareness sono quelli dei quali i consumatori non conoscono semplicemente l’attività, ma sono in grado di riconoscere il logo, il packaging o altri elementi fortemente identificativi.
Pensa al rosso Coca-Cola, o al jingle delle pubblicità dei brand più famosi.
La brand awareness è quindi un parametro così importante che sono stati fatti tantissimi studi su come calcolarla e migliorarla. Tra questi, il più noto è quello della piramide della brand awareness, o piramide della fedeltà di David Aaker.
La piramide della brand awareness, o piramide di Aaker (dal nome dell’economista che l’ha ideata) è uno schema piramidale organizzato su quattro livelli che permette di misurare la brand awareness di un business in base alla sua diffusione e popolarità.
I quattro livelli sono suddivisi, dal basso verso l’alto, in:
L’obiettivo di una qualunque strategia di marketing dovrebbe quindi essere quello di riuscire a raggiungere il quarto e ultimo livello di questa piramide, che si ha quando un brand ha un’ottima reputazione e trasmette ai propri clienti un’estrema affidabilità.
In quest’ottica, bisogna necessariamente fare una distinzione tra brand awareness e brand identity.
La brand awareness è la misura in cui un brand viene riconosciuto dai potenziali clienti ed è correttamente associato a un particolare prodotto o servizio. La brand awareness è legata alle funzioni della brand identity nella memoria dei consumatori e può essere riflessa dalla capacità dei consumatori di identificare il brand in varie condizioni.
Quindi, se la brand awareness indica il grado di riconoscibilità di un business, la brand identity si riferisce esclusivamente all’immagine che quel business propone di sé al proprio pubblico.
Nel caso della brand awareness si tratta di un processo guidato principalmente dalla sensibilità e dalla psiche dei consumatori, mentre nel caso della brand identity si tratta di una scelta consapevole dell’azienda, a cui si arriva tramite analisi di mercato e decisioni strategiche.
Nonostante questa differenza, è chiaro che brand awareness e brand identity lavorino di pari passo per garantire il successo di un business.
I KPI, Key Performance Indicators, sono dei parametri che permettono di misurare in modo oggettivo le prestazioni di un business. Nel caso della brand awareness potrebbe essere difficile trovare dei numeri oggettivi, ma ci sono comunque alcuni dati che è possibile misurare per valutare la prestazione dei business anche in questo campo.
Questi sono solo alcuni esempi di KPI che possono essere utilizzati per valutare la brand awareness.
Ci sono poi alcune tipologie di analisi come la brand recognition e la brand recall che servono proprio a valutare il grado di conoscenza di un determinato brand, analizzando la capacità dei consumatori di riconoscerlo.
Anche un nuovo business che parte da zero può arrivare ad avere un’ottima brand awareness, così come un business esistente può sempre migliorare la propria immagine. Per raggiungere questo obiettivo, ci sono diverse strategie che è possibile implementare:
Qualunque sia la strategia che sceglierai per aumentare la brand awareness del tuo business, la tua attenzione dovrebbe essere focalizzata sulla condivisione dei valori della tua azienda.
Pensa a cosa rende il tuo brand unico, e quali valori possono ispirare fiducia nei consumatori e fare in modo che questi si sentano rispecchiati dal tuo business.
D’altronde, questo è quello che fanno i brand più famosi, quelli che sono riusciti ad avere una brand awareness così forte da risultare quasi inscalfibile.
Ci sono alcune aziende che sono riuscite a raggiungere dei tassi di brand awareness a dir poco invidiabili. Tra queste:
Analizziamole nel dettaglio.
Coca-Cola è forse il più grande esempio di brand awareness nella storia del marketing, tanto che a consumatori di tutte le età e provenienti da ogni parte del mondo basta pensare al colore rosso o a Babbo Natale per visualizzare immediatamente una lattina della celebre bevanda.
Anche chi non beve Coca-Cola sa perfettamente descrivere l’aspetto del logo del brand, la forma della bottiglia di vetro e sa anche che è la bevanda preferita di Babbo Natale.
La brand awareness di Coca-Cola è così forte che il brand è alla cima della piramide di Aaker da oltre cento anni, e non sembra che sia intenzionato a cedere terreno.
Nutella è uno dei brand più amati dai consumatori, e basta sentirne il nome per immaginarsi immediatamente a spalmare la celebre crema di nocciole su una bella fetta di pane.
Non solo un brand estremamente amato, ma un brand che ha lavorato duramente per veicolare un senso di unione e di famiglia. Nutella vuol dire famiglia, felicità, merenda.
Tanto che ogni spot dell’azienda sottolinea ulteriormente questi concetti, dall’unità familiare a - addirittura - quella che supera i confini delle mura domestiche e abbraccia un Paese intero, come nel caso della campagna promozionale “Ti Amo Italia”.
Apple è un altro brand che ha dedicato gran parte della sua strategia al rafforzamento della propria brand awareness.
La notorietà di Apple è così rafforzata nella mente dei consumatori che ormai il nome del brand spesso non viene neanche nominato nelle pubblicità, e basta che in televisione appaiano delle immagini e delle linee perché i consumatori sappiano perfettamente che si tratta di un prodotto Apple.
Questo accade quando la strategia di marketing e gli sforzi comunicativi sono non solo forti, ma anche estremamente coerenti, e a un certo punto il pubblico capisce immediatamente di che azienda si tratti.
A cosa pensi se senti la frase “ti mette le ali”? Se hai immediatamente pensato a una lattina di Red-Bull, è perché il colosso degli energy drink ha una brand awareness così forte che, anche in questo caso, non è neanche necessario menzionare il nome e già hai in mente la lattina e il logo dell’azienda.
L’identità alla base del brand è proprio quella di una bevanda in grado di mettere le ali a persone e idee, ed è proprio l’aspetto che ha permesso al brand di espandersi così tanto, diventando un incredibile punto di riferimento nel mondo degli sport estremi e non.
E indovina cosa fa questa forte presenza nel mondo sportivo? Esatto, non fa altro che aumentare ancora di più la brand awareness dell’azienda, rafforzando sempre più un’immagine che è già ben definita nella mente dei consumatori.
Certo non ai livelli dei colossi presenti in questo elenco di esempi di brand awareness, ma VeraLab è uno dei beauty brand più amati in Italia, con un fatturato da capogiro, che è riuscito nel giro di qualche anno a conquistare i cuori (e le menti) di tantissimi consumatori, proprio grazie a una forte strategia di brand awareness.
L’unicità e la forza del brand anche in questo caso vengono principalmente da ciò che il brand rappresenta: schiettezza, semplicità e il messaggio che la perfezione non esiste e che le creme non fanno certo miracoli. Che è decisamente una novità nel settore beauty.
Insomma, una scommessa e forse un azzardo che però hanno ampiamente ripagato la fondatrice del brand, Cristina Fogazzi (in arte Estetista Cinica), così tanto che i consumatori ormai riconoscono il brand anche solo dal distintivo colore rosa shocking, che nel 2022 ha persino decorato l’albero di Natale di Piazza Duomo a Milano e che continua a colorare tram e mezzi pubblici nelle principali città italiane. Tutti ottimi modi di rafforzare ancora di più la sua brand awareness.
Migliorare la tua brand awareness ti aiuterà a distinguerti in un mercato dove ormai quasi ogni tipologia di nicchia è satura di alternative, dove sembra ci sia ormai poco da “inventare” e dove i classici “big” hanno quasi il monopolio della scena e dell’attenzione dei consumatori.
Ciononostante, studiare i fattori che hanno aiutato brand come Nutella, Apple o Coca-Cola a diventare ormai una vera e propria istituzione nell’immaginario dei consumatori ti aiuterà enormemente a conquistare non solo una fetta di mercato, ma anche una fetta di cuore dei consumatori.
Infatti, la brand awareness punta più alle emozioni e all’attenzione dei consumatori che al puro guadagno. Che, certamente, è una conseguenza da non disprezzare.
In questo articolo dovresti aver trovato tutto il necessario per iniziare a lavorare sulla brand awareness del tuo business. Ma se dovessi avere ancora qualche dubbio, consulta la sezione qui sotto con le domande più frequenti sulla brand awareness.
Qui troverai le risposte alle domande più frequenti sulla brand awareness.
Uno degli esempi più classici di brand awareness è quello della Coca-Cola. Consumatori di tutto il mondo e di tutte le fasce d’età associano immediatamente la bevanda al colore rosso, alle campagne natalizie con Babbo Natale e agli spot pubblicitari che parlano di felicità e condivisione. Quando basta pensare a Babbo Natale o a un determinato colore per visualizzare un brand, siamo davanti a una brand awareness estremamente invidiabile.
Ci sono principalmente tre tipologie principali di brand awareness: memoria del brand, riconoscimento del brand e dominanza del brand. Il valore percepito è sottovalutato, mentre la capacità di un brand di relazionarsi con i propri clienti è un aspetto fondamentale del successo di un brand.
I 4 livelli di brand awareness che costituiscono la piramide della fedeltà di David Aaker sono: zero consapevolezza, riconoscimento, memoria del brand e pensiero principale nella mente del consumatore.
Una strategia di brand awareness è un insieme di azioni che mirano a migliorare il grado di riconoscibilità di un brand nella mente dei consumatori. Grazie a tattiche come il product placement, la SEO o la collaborazione con influencer, un brand può migliorare il modo in cui viene percepito dai clienti, e fare in modo da instillarsi nella loro mente in modo indelebile.