Errori di etichettatura dei colli e come risolverli
L’etichetta di spedizione non può più essere considerata un semplice supporto funzionale. Rappresenta un punto di convergenza tra esigenze tecniche, esperienza cliente e immagine di marca.
Per i professionisti della logistica, la sua personalizzazione rappresenta un’opportunità strategica: quella di creare valore senza appesantire i processi.
Questo approccio richiede tuttavia una comprensione precisa dei vincoli tecnici, delle norme dei trasportatori e delle capacità degli strumenti disponibili per integrare la personalizzazione in un quadro solido, scalabile e conforme.
Per evitarli: rispettare gli standard GS1, utilizzare materiali resistenti, automatizzare i controlli (OCR, verifica indirizzo), adattare il formato a ogni utilizzo (stoccaggio vs spedizione). L’etichettatura, spesso trascurata, è una leva strategica per affidabilità operativa, riduzione dei costi e soddisfazione del cliente.
I 4 errori più frequenti nelle etichette di spedizione
Codice a barre illeggibile o assente: un anello critico del processo logistico
In un ambiente logistico sempre più automatizzato, un codice a barre non leggibile o mancante non è una semplice anomalia: è un punto di rottura del flusso. Questi difetti influiscono non solo sulla tracciabilità, ma anche sulla soddisfazione del cliente, sui costi di trattamento e sulla conformità agli standard logistici (GS1, SSCC, ecc.).
Principali cause di una lettura difettosa
- Posizionamento inadeguato: un’etichetta posizionata troppo vicino al bordo, su uno spigolo o una superficie curva riduce la leggibilità da parte dello scanner.
- Dimensione o risoluzione insufficiente: secondo gli standard GS1, un codice a barre ITF-14 deve avere un’altezza minima di 32 mm e una larghezza adeguata alla densità dei dati. Ogni scostamento rende la lettura incerta.
- Qualità di stampa: inchiostro distribuito male, contrasto troppo basso o sovrastampa possono compromettere la rilevazione. L’uso di getto d’inchiostro su superfici lucide o plastificate è particolarmente problematico.
- Etichette deteriorate: umidità, sfregamento o raggi UV possono cancellare la stampa.
Impatto diretto e indiretto stimato
| Problema | Conseguenza | Costo stimato (€/collo) |
|---|---|---|
| Codice illeggibile | Inserimento manuale, ritardo di trattamento | 1,20 € – 3,50 € |
| Codice assente | Rifiuto nel tri automatizzato, ritorno al mittente | 5,00 € – 12,00 € |
| Codice errato | Collo mal instradato, errori di consegna | 10,00 € – 20,00 € |
Raccomandazioni chiave
- Seguire le specifiche GS1 sul SSCC: formato, dimensioni, zona silenziosa, qualità (ISO/IEC 15416).
- Integrare un controllo OCR o scanner a 360° nella catena di produzione.
- Favorire supporti sintetici resistenti (PP, PE) per circuiti lunghi o umidi.
- Eseguire test di leggibilità in condizioni reali (umidità, abrasione, angolo di lettura).
Adesivo insufficiente o supporto inappropriato: quando l’etichetta non regge
Un’etichetta applicata male o che si stacca lungo la catena logistica compromette non solo la leggibilità dei dati, ma può anche causare la perdita o il rifiuto di un collo. Per i flussi su larga scala, la qualità dell’adesione dell’etichetta è un fattore essenziale di performance logistica.
Fattori tecnici di fallimento dell’adesione
Tipo di adesivo non adatto
Gli adesivi standard (hot melt o acrilici) non sono sempre idonei a tutti i substrati. Ad esempio:
- Su superfici PE/PP (plastiche non polari), è necessario un adesivo con forte tack iniziale.
- In ambienti freddi (<5 °C) serve un adesivo criogenico (cold temp glue).
Condizioni della superficie
Una superficie polverosa, grassa, umida o irregolare riduce drasticamente la forza di adesione. Sui cartoni riciclati con trama fibrosa, la tenuta dell’adesivo è spesso inferiore rispetto ai cartoni nuovi. Benché i valori varino, test effettuati da diversi operatori logistici indicano un aumento significativo del rischio di distacco in assenza di adesivo rinforzato.
Tempo di presa o pressione di applicazione insufficienti
È necessaria una pressione minima di applicazione di 10 N/cm² per una buona polimerizzazione. Se le linee sono troppo veloci o automatizzate senza rulli pressori, l’adesione è subottimale.
Tabella comparativa degli adesivi per utilizzo
| Tipo di adesivo | Temp. applicazione | Resistenza all’umidità | Uso consigliato |
|---|---|---|---|
| Acrilico standard | 5 °C a 60 °C | Media | Collo standard, ambiente secco |
| Hot Melt rinforzato | -5 °C a 50 °C | Buona | Cartoni riciclati, linee automatizzate |
| Criogenico | -20 °C a +10 °C | Eccellente | Catena del freddo, prodotti congelati |
| Adesivo rinforzato PP | 0 °C a 70 °C | Molto buona | Sacchi PE, superfici plastiche tecniche |
Buone pratiche operative
- Pulizia automatica delle superfici prima dell’etichettatura su nastri trasportatori con aria compressa o rulli antistatici.
- Scelta del liner di supporto (Glassine vs PET) in base alla velocità e alla temperatura di etichettatura.
- Test ISTA 3A in camera climatica per validare la tenuta dell’etichetta in base alla destinazione.
Informazioni troncate o errate: un fattore di rifiuto automatizzato
Nei moderni magazzini e nelle reti di distribuzione interconnesse, le informazioni stampate sull’etichetta logistica devono essere complete, leggibili e conformi. Qualsiasi anomalia – campo tagliato, valore errato, carattere illeggibile – può generare errori di smistamento, rifiuti da parte del trasportatore o sanzioni doganali.
Causa frequenti degli errori di stampa
- Troncatura dovuta a una configurazione errata del software di etichettatura: se il layout non corrisponde al formato reale della stampante (A6, termica, 4x6"), alcuni campi possono essere tagliati (es. CAP o numero di tracking).
- Font non supportato o dimensione troppo piccola: alcune stampanti termiche comprimono il testo o sostituiscono i caratteri speciali, corrompendo nomi o indirizzi.
- Dati non sincronizzati tra WMS, software del trasportatore (TMS) o soluzioni middleware (come ShippyPro, Sendcloud, ecc.).
- Codifica errata (UTF-8 vs ANSI): può generare anomalie su accenti o caratteri non latini nei campi indirizzo (es. “É” → “©”).
Etichette non conformi ai requisiti ADR o per pallet: un rischio normativo e logistico
Nell’ambito del trasporto di merci pericolose, il rispetto delle prescrizioni ADR (Accordo europeo relativo al trasporto internazionale di merci pericolose su strada) in materia di etichettatura è non solo obbligatorio, ma vitale per garantire la sicurezza delle persone, delle infrastrutture e dell’ambiente. Un’etichettatura incompleta, illeggibile o mal posizionata costituisce una grave infrazione normativa, passibile di multe, immobilizzazione delle merci o persino procedimenti penali in caso di incidente.
Requisiti tecnici dell’etichettatura ADR
Secondo l’allegato 5.2.2 dell’ADR 2025:
- Le etichette di pericolo devono misurare almeno 100 mm x 100 mm, in forma di rombo, con un pittogramma nero su sfondo colorato (es. rosso per le materie infiammabili).
- Devono essere applicate su ogni collo, ben visibili orizzontalmente, senza pieghe né sovrapposizioni.
- I numeri ONU (UN code) devono apparire sui colli in un riquadro arancione, con caratteri di almeno 12 mm di altezza.
Qualsiasi mancanza rispetto a tali criteri rende la spedizione non conforme.
Il caso dei pallet logistici e delle unità di carico
Le etichette di tipo SSCC (Serial Shipping Container Code) applicate ai pallet devono essere combinate con i marchi di pericolo ADR quando le unità contengono sostanze classificate. In assenza di questa combinazione o in caso di scarsa leggibilità (es. codice a barre deteriorato), la catena di trattamento può rifiutare il pallet o indirizzarlo verso una zona di quarantena.
Buone pratiche per evitare la non conformità
- Utilizzare etichette resistenti a solventi, UV, umidità (supporto in poliestere o vinile).
- Preferire la stampa termica a trasferimento con ribbon in resina per garantire massima durata.
- Validare la conformità tramite un audit interno ADR sull’etichettatura o ricorrendo a organismi autorizzati.
- Implementare checklist ADR automatizzate prima della spedizione.
- Formare il personale logistico sulla lettura e identificazione delle classi di pericolo (1–9).
Impatto operativo e rischi: l’etichettatura come punto nevralgico della supply chain
Un errore di etichettatura può sembrare minimo a prima vista, ma le sue ripercussioni si estendono ben oltre il reparto spedizioni. In una supply chain tesa, guidata da dati e automazione, un’anomalia sull’etichetta può disorganizzare l’intera catena logistica, dal molo di carico fino al cliente finale.
Ritardi, rifiuti e blocchi doganali
I trasportatori (DHL, UPS, DPD, ecc.) utilizzano sistemi di lettura ottica ad alta velocità. Un codice a barre illeggibile o un indirizzo troncato comportano:
- Rifiuto nello smistamento automatizzato, richiedendo un intervento manuale.
- Blocco temporaneo in dogana, soprattutto in caso di errore nel codice doganale (HS code) o nel peso dichiarato.
- Rifiuto della presa in carico per etichettatura non conforme (caso frequente per pallet non ADR conformi).
Danni al brand e perdita di fiducia del cliente
Nell’era dell’e-commerce immediato, un collo in ritardo o mal instradato impatta direttamente la percezione di affidabilità del fornitore. Un cliente B2B che riceve un collo senza identificazione chiara o con errori visibili sull’etichetta può dubitare della serietà del processo logistico.
Sanzioni normative: focus ADR ed export
- Trasporto ADR: in caso di non conformità alle prescrizioni ADR, gli spedizionieri possono incorrere in sanzioni amministrative e nell’immobilizzazione temporanea delle merci. L’importo varia in base alla gravità e alle normative locali.
- Dogane & IVA intracomunitaria: codifica errata del prodotto o assenza di fattura pro forma = blocco in esportazione, rettifiche o penalità dal 5 al 20% del valore dichiarato.
Conclusione
L’etichettatura, benché apparentemente basilare, rappresenta una leva strategica di competitività nella logistica moderna. Ogni errore, che si tratti di adesivo, codice a barre o dati troncati, genera perturbazioni a catena: ritardi, costi aggiuntivi, controversie e persino sanzioni.
La buona notizia è che la maggior parte di questi errori è evitabile grazie a una combinazione di buone pratiche, tecnologie consolidate (OCR, visione artificiale, RFID) e rigore operativo.
Per i professionisti della logistica, ciò significa passare da un approccio reattivo a una gestione proattiva dell’etichettatura: validazioni automatiche, audit qualità, supporti certificati, formazione continua.
Dominando l’etichettatura, mettete in sicurezza i vostri flussi, riducete i costi e rafforzate la vostra affidabilità presso clienti e partner.
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Domande frequenti (FAQ)
Perché il mio codice a barre non viene riconosciuto dallo scanner del trasportatore?
Verificate risoluzione, formato (GS1, EAN13, SSCC), contrasto e assenza di pieghe o sovrastampe. L’uso di uno scanner di test o di un verificatore ISO può identificare la fonte del problema.
Si può usare la stessa etichetta per lo stoccaggio interno e la spedizione?
Non è consigliato. I vincoli sono diversi: leggibilità, conformità, resistenza. È preferibile generare un’etichetta dedicata per ogni uso con informazioni specifiche.
Qual è la responsabilità del trasportatore in caso di etichetta illeggibile?
La maggior parte delle CGV stabilisce che il mittente è responsabile della corretta etichettatura. Un’etichetta illeggibile può comportare l’esonero del trasportatore in caso di perdita o ritardo.
Come validare automaticamente gli indirizzi prima della stampa?
Integrate uno strumento di validazione indirizzi (API del trasportatore, strumenti terzi come Loqate, Google Maps, CapAdresse) nel vostro ERP o WMS per verificare sintassi, coerenza e CAP in tempo reale.
Esistono norme ufficiali per l’etichettatura dei pallet?
Sì, in particolare lo standard GS1-128 per le etichette logistiche (SSCC), con dimensioni precise, posizionamento sul pallet e struttura codificata.
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