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Decabonizzazione Logistica: come ottimizzare le emissioni e rispettare gli standard UE

decarbonizationIl trasporto su strada rappresenta una delle principali fonti di emissioni di gas serra in Italia. Secondo l'Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale (ISPRA), nel 2022 il settore dei trasporti è stato responsabile del 26,6% delle emissioni totali di gas serra nel paese . Di queste, circa il 93% proviene dal trasporto su strada.

A livello europeo, il trasporto su strada contribuisce per circa il 72% alle emissioni di CO₂ del settore dei trasporti . In Italia, l'84,4% delle merci è trasportato su strada, mentre il trasporto ferroviario copre solo il 12%.

Questa situazione richiede strategie immediate di decarbonizzazione, incluso l'uso di tecnologie innovative come l'idrogeno per i mezzi pesanti. L'Unione Europea ha fissato obiettivi ambiziosi: ridurre le emissioni di CO₂ del 45% entro il 2030 rispetto ai livelli attuali, del 65% entro il 2035 e del 90% entro il 2040 per i nuovi veicoli pesanti.

Impatto ambientale della logistica in Europa

Emissioni di CO₂ nel trasporto su strada

Nel 2020, i trasporti hanno rappresentato circa il 25% delle emissioni totali di gas serra dell'UE, con il trasporto su strada responsabile di circa il 72% delle emissioni del settore.

In Italia, le emissioni del settore dei trasporti sono aumentate del 7,4% tra il 1990 e il 2022 . I veicoli pesanti sono responsabili di circa il 25% delle emissioni di gas serra prodotte dal trasporto su strada .

Ruolo del trasporto merci nell'inquinamento urbano

Il trasporto merci contribuisce significativamente all'inquinamento delle aree urbane. In Italia, il settore dei trasporti è responsabile di una quota significativa delle emissioni di polveri sottili (PM10), con il trasporto su strada che rappresenta una parte considerevole di queste emissioni 

L'aumento della domanda di merci nelle città ha comportato costi ambientali ed economici legati all'incremento dei chilometri percorsi, alla congestione e all'aumento della pressione di parcheggio. La crescita dell'e-commerce ha trasformato le aspettative dei consumatori, portando a un forte aumento delle consegne.

Le previsioni indicano che, a livello globale, le emissioni di carbonio legate alle consegne potrebbero crescere significativamente entro il 2030, rappresentando una quota rilevante delle emissioni del settore dei trasporti e delle emissioni totali delle città.

Crescente pressione normativa e sociale

Di fronte a questa situazione, la pressione normativa e sociale è in costante aumento. L'UE ha fissato obiettivi chiave per il 2030 di riduzione di almeno il 55% delle emissioni nette di gas serra rispetto ai livelli del 1990.

Per quanto riguarda i veicoli pesanti, le nuove regolamentazioni prevedono una riduzione delle emissioni del 45% entro il 2030, del 65% entro il 2035 e del 90% entro il 2040 . Per i nuovi autobus urbani, è previsto che il 90% sia a emissioni zero entro il 2030, con l'obiettivo di raggiungere il 100% entro il 2035.

Il sistema europeo di scambio delle emissioni (EU ETS) è stato esteso con l'EU ETS2, includendo ora anche il trasporto su strada, segnalando un impegno crescente verso la decarbonizzazione del settore dei trasporti.

Tecnologie per la decarbonizzazione logistica

Veicoli elettrici per consegne urbane

I veicoli elettrici rappresentano una soluzione ideale per le consegne dell'ultimo miglio, principalmente in ambiente urbano. Essendo a zero emissioni, questi mezzi possono circolare senza limitazioni anche nelle zone a traffico limitato. La loro natura compatta permette di transitare facilmente nelle strade cittadine, mentre l'autonomia può raggiungere i 200 km con sistemi di ricarica rapida.

Particolarmente adatti alle attività che richiedono frequenti fermate, i veicoli elettrici offrono inoltre un risparmio significativo in termini di costi di gestione e manutenzione. Numerose aziende stanno già adottando questa tecnologia.

Biocarburanti e carburanti sostenibili (SAF)

I biocarburanti rappresentano una soluzione praticabile come alternativa ai derivati del petrolio. Il Sustainable Aviation Fuel (SAF), prodotto da fonti rinnovabili come oli vegetali e grassi animali, può ridurre le emissioni di gas serra fino all'80% rispetto ai combustibili fossili.

Decarbonizzazione a idrogeno per i mezzi pesanti

L'idrogeno emerge come soluzione promettente per il trasporto pesante. I veicoli a celle a combustibile (fuel cell) convertono l'energia chimica dell'idrogeno in energia elettrica, emettendo solo vapore acqueo. Questa tecnologia offre un'autonomia fino a 800 km e tempi di rifornimento rapidi, rendendola ideale per le lunghe distanze.

L'UE ha incluso nella normativa AFIR l'obiettivo di installare, entro il 2027, una stazione di rifornimento di idrogeno ogni 100 km lungo la rete TEN-T.

Digitalizzazione per l'ottimizzazione dei percorsi

La digitalizzazione rappresenta un pilastro fondamentale nella riduzione delle emissioni. Soluzioni software avanzate pianificano percorsi ottimizzati considerando vari parametri operativi, dalle finestre temporali alle restrizioni esistenti.

I sistemi di tracciamento in tempo reale consentono di monitorare l'intero processo di trasporto, garantendo visibilità a tutti gli attori coinvolti e digitalizzando il flusso dei documenti. Attraverso queste tecnologie, è possibile ridurre significativamente i costi di trasporto e le relative emissioni.

Ostacoli alla transizione ecologica del settore

Costi iniziali elevati per le aziende

Il prezzo d'acquisto dei mezzi pesanti elettrici rappresenta un deterrente considerevole, principalmente a causa delle batterie che costituiscono una parte significativa del costo totale del veicolo. Sebbene gli studi prevedano che entro il 2035 i nuovi camion elettrici saranno più economici da possedere e gestire rispetto ai diesel, le aziende devono affrontare nell'immediato esborsi iniziali elevati.

Infrastrutture di ricarica insufficienti

Attualmente, la penetrazione dei veicoli elettrici nel trasporto merci è ancora limitata, anche a causa della carenza di infrastrutture adeguate. Per raggiungere gli obiettivi europei, sarebbero necessari un numero significativo di punti di ricarica rapida. Un punto di ricarica con potenza di 150 kW ha un costo elevato, escludendo i lavori di costruzione e installazione. Inoltre, le aziende segnalano difficoltà nel trovare la potenza disponibile e ottenere risposte rapide per l'installazione.

Tempi di ricarica e limiti di autonomia

I camion elettrici presentano limitazioni significative in termini di autonomia, con range compresi tra 200 e 500 km per carica, ben lontani dai 1.000 km dei mezzi diesel. I tempi di ricarica variano considerevolmente: da 2,5 a 11 ore a seconda della potenza disponibile, oppure da 2 a 4 ore con stazioni da 150 kW per una 

ricarica dal 10% al 100%. Queste limitazioni influenzano direttamente l'efficienza operativa, soprattutto per le tratte a lungo raggio e per i trasportatori con orari stringenti. Inoltre, la disponibilità disomogenea di infrastrutture di ricarica tra paesi UE ostacola la pianificazione transfrontaliera.

Mancanza di standard europei uniformi

La natura internazionale del trasporto merci evidenzia la necessità di regole condivise tra gli Stati membri. L’assenza di standard tecnici comuni su infrastrutture, normative fiscali e incentivi ambientali può provocare distorsioni di mercato e delocalizzazione delle emissioni (il cosiddetto “carbon leakage”).

Inoltre, la percezione di una preferenza normativa verso la trazione elettrica a batteria ha suscitato critiche da parte di alcune industrie, che auspicano un maggiore supporto anche a soluzioni alternative come carburanti sintetici, biocarburanti avanzati e idrogeno verde.

Strategie e roadmap per rispettare gli standard UE

Obiettivi UE: -45% emissioni entro il 2030

In linea con il Green Deal e l’obiettivo della neutralità climatica al 2050, l’UE ha definito obiettivi vincolanti per la riduzione delle emissioni nel trasporto su strada:

  • -45% di CO₂ per i veicoli pesanti entro il 2030
  • -65% entro il 2035
  • -90% a partire dal 2040

Questi obiettivi sono parte del pacchetto “Fit for 55” (Pronti per il 55%), che include anche la revisione della Direttiva sulle energie rinnovabili (RED III), l’estensione dell’EU ETS2 ai carburanti stradali e la normativa AFIR sulle infrastrutture alternative.

Approccio Avoid – Shift – Improve (ASI)

Per accelerare la decarbonizzazione logistica, la Commissione Europea promuove il modello ASI:

  • Avoid: evitare trasporti non necessari, ad esempio ottimizzando la logistica urbana, consolidando i carichi e favorendo la prossimità produttiva.
  • Shift: spostare i volumi di trasporto da modalità più inquinanti (gomma) a modalità più sostenibili come ferrovia, vie navigabili interne o intermodalità.
  • Improve: migliorare l’efficienza dei veicoli e delle tecnologie esistenti tramite digitalizzazione, combustibili alternativi e mezzi a basse emissioni.

Questo approccio integrato è raccomandato anche dall’International Transport Forum dell’OCSE.

Incentivi fiscali e finanziamenti pubblici

Nel biennio 2023-2024, l’Italia ha destinato circa 2 miliardi di euro alla mobilità sostenibile, di cui:

  • il 50% a progetti per le città metropolitane
  • 300 milioni di euro per le infrastrutture di ricarica extraurbane e l’acquisto di veicoli pesanti a zero emissioni
  • 25 milioni di euro stanziati nel decreto 20 novembre 2024 per l’adeguamento del parco veicoli delle imprese di autotrasporto

A livello europeo, il CEF (Connecting Europe Facility) e il Fondo per l’Innovazione sostengono lo sviluppo di carburanti alternativi, idrogeno e logistica intelligente.

Misurazione della Carbon Footprint lungo la filiera

Con l’entrata in vigore della Corporate Sustainability Reporting Directive (CSRD), le grandi imprese saranno obbligate a rendicontare l’impatto ambientale secondo standard europei ESRS e il GHG Protocol.

Particolarmente importante sarà il monitoraggio delle emissioni Scope 3, ovvero quelle indirette derivanti dalla supply chain (trasporto, approvvigionamenti, uso e smaltimento dei prodotti), che in molti settori rappresentano oltre il 90% dell’impronta totale.

Strumenti come CarbonCare o EcoTransIT consentono alle aziende di calcolare l’impatto delle spedizioni secondo la norma EN 16258, facilitando la reportistica ESG.

Conclusione

La decarbonizzazione della logistica non è più una scelta, ma una necessità strategica per l’adeguamento agli standard europei e la sopravvivenza competitiva nel lungo periodo.

Il settore dei trasporti, e in particolare quello su gomma, rappresenta ancora oggi una delle principali fonti di emissioni climalteranti. Le tecnologie esistono — dai veicoli elettrici all’idrogeno, dai biocarburanti alla digitalizzazione — ma la loro diffusione è frenata da ostacoli strutturali, economici e normativi.

Per superare questi limiti è necessario un approccio sistemico, che combini:

  • investimenti pubblici e incentivi privati
  • standard comuni a livello europeo
  • misurazioni trasparenti della carbon footprint
  • collaborazione tra imprese, istituzioni e cittadini

Il percorso verso una logistica decarbonizzata è lungo e complesso, ma offre vantaggi concreti: riduzione dei costi nel medio periodo, accesso agevolato a fondi ESG, maggiore resilienza delle supply chain e reputazione sostenibile.

Agire oggi significa costruire il vantaggio competitivo di domani.

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