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Plastic tax: le nuove imposte sulla plastica 2024

Plastic tax

La plastic tax, l’imposta sul consumo dei manufatti in plastica con singolo impiego (MACSI), è una misura introdotta dalla legge di bilancio del 2020 al fine di ridurre l'impatto ambientale dei prodotti in plastica monouso. 

Questa tassa, inizialmente prevista con entrata in vigore il 1° gennaio 2021, ha subito diversi rinvii. L'ultima proroga è stata fissata al 1° luglio 2024, secondo la legge di bilancio 2024 in vigore dal 1° gennaio.

In questo articolo vedremo quali sono le origini e l’ambito di applicazione della plastic tax in Italia e in Europa, per comprendere meglio le norme che regolano l’introduzione di questa nuova tassa e come le aziende devono adeguarsi per non incorrere in sanzioni.

Cos’è la plastic tax 

Cosè la plastic tax

La direttiva europea del 5 giugno 2019 n. 2019/904/UE ha posto dei divieti su alcuni prodotti in plastica monouso e ha richiesto agli Stati membri di adottare misure per ridurre il consumo di tali prodotti. 

La plastic tax in particolare è una tassa con aliquota fissa di 0,45 Euro per chilogrammo di plastica contenuta nei manufatti in plastica con singolo impiego.

Origini e ambito di applicazione della plastic tax

Per comprendere meglio l’ambito di applicazione di questa tassa è necessario fare un passo indietro e approfondire il concetto di manufatti in plastica con singolo impiego, i cosiddetti MACSI.

Si tratta di manufatti realizzati con materiale plastico destinati a contenere, proteggere, manipolare o consegnare merci o prodotti alimentari, e progettati per un unico utilizzo. Non concepiti quindi per essere riutilizzati o trasferiti più volte durante il loro ciclo di vita

Sono questi i manufatti, definiti dalla legge di bilancio, soggetti alla plastic tax. Vediamoli più nel dettaglio:

  • prodotti interamente o parzialmente realizzati con materiali plastici, che comprendono polimeri organici di origine sintetica, utilizzati sotto forma di fogli, pellicole, strisce o manufatti tridimensionali;
  • prodotti progettati per essere utilizzati una sola volta e non per essere riutilizzati o trasferiti più volte durante il loro ciclo di vita, destinati a un utilizzo specifico e non progettati per essere lavati, rigenerati o riutilizzati per scopi diversi;
  • prodotti concepiti per svolgere funzioni di contenimento, protezione, manipolazione e consegna, come: 
    • vassoi in plastica utilizzati nei supermercati per contenere frutta, verdura o altri prodotti alimentari
    • contenitori in plastica utilizzati per imballare e proteggere dispositivi elettronici come telefoni cellulari 
    • sacchetti in plastica utilizzati nei supermercati per confezionare gli acquisti dei clienti
    • contenitori in plastica utilizzati per la consegna di articoli o pasti pronti a domicilio. 

Vengono esclusi quindi 

  • i manufatti compostabili, ad esempio prodotti monouso realizzati in bioplastica, utilizzando materiali come l'amido di mais o la cellulosa, che possono essere smaltiti tramite compostaggio;
  • i dispositivi medici, ovvero strumenti essenziali in campo medico come le siringhe per le iniezioni;
  • i MACSI destinati a contenere medicinali, come blister per contenere pillole o flaconi per sciroppi.

Chi è soggetto alla plastic tax in Italia e in Europa

Plastic tax in Italia

I soggetti d'imposta sono diversi, dai fabbricanti di tali manufatti ai committenti, nello specifico:

  • i produttori dei MACSI realizzati nel territorio nazionale;
  • gli acquirenti nell'esercizio dell'attività economica, come le imprese che acquistano MACSI da altri Paesi dell'Unione Europea per scopi commerciali (questo include importatori, distributori o rivenditori che importano e vendono tali manufatti sul mercato nazionale);
  • i cedenti, se i MACSI sono acquistati da un consumatore privato anziché da un'azienda, il venditore è soggetto all'imposta;
  • gli importatori che introducono MACSI in Italia da Paesi terzi, aziende o individui che importano manufatti in plastica per scopi commerciali;
  • i committenti, soggetti, residenti o non residenti in Italia, che intendono vendere MACSI ad altri soggetti nazionali.

Obiettivi della plastic tax

L’applicazione della plastic tax in Italia e in Europa ha lo scopo di disincentivare l'uso dei prodotti in plastica monouso e promuovere la riduzione della produzione e del consumo di tali manufatti, in linea con la Direttiva UE n. 2019/904. 

In particolare, l'imposta mira a ridurre l'impatto ambientale, limitando l'uso di manufatti in plastica monouso, allo scopo di diminuire l'inquinamento causato da tali prodotti.

La tassa inoltre ha anche lo scopo di favorire la transizione graduale verso alternative sostenibili. L'introduzione della plastic tax infatti incoraggia le imprese a investire in materiali alternativi alla plastica monouso, come bioplastiche, materiali riciclabili o riutilizzabili, favorendo così l'innovazione e lo sviluppo di soluzioni eco friendly.

Infine, non meno importante, è la sensibilizzazione dell’opinione pubblica. L'imposizione di una tassa sui manufatti in plastica, infatti, incoraggia comportamenti più responsabili e consapevoli.

Per favorire il raggiungimento di tali obiettivi il legislatore ha previsto delle agevolazioni per le aziende, che vedremo più avanti.

Sanzioni della plastic tax

Sanazioni plastic tax

Le sanzioni previste per le violazioni delle disposizioni sulla plastic tax includono multe per il mancato pagamento, per il ritardo nel pagamento dell'imposta, o per la tardiva presentazione delle dichiarazioni trimestrali.

  1. Mancato pagamento dell'imposta: è prevista una sanzione amministrativa che può variare dal doppio al decuplo dell'imposta evasa, con un importo non inferiore comunque a € 500.
  2. Ritardato pagamento dell'imposta: in caso di ritardo nel pagamento dell'imposta, è prevista una sanzione amministrativa pari al 30% dell'imposta dovuta, con un importo non inferiore comunque a € 250.
  3. Tardiva presentazione della dichiarazione trimestrale: per la tardiva presentazione della dichiarazione necessaria all'accertamento e alla liquidazione dell'imposta, così come per altre violazioni delle disposizioni in materia, è prevista una sanzione amministrativa che varia da € 500 a € 5.000.

L'accertamento delle eventuali evasioni della plastic tax avviene attraverso un processo condotto dall'Agenzia delle Dogane e dei Monopoli.

Le dichiarazioni trimestrali presentate dalle aziende forniscono informazioni dettagliate sulle imposte dovute e sulle transazioni relative ai manufatti in plastica monouso. 

L'Agenzia delle Dogane e dei Monopoli riceve queste dichiarazioni ed effettua un'analisi approfondita per identificare eventuali discrepanze o anomalie nei dati.

In caso di anomalie vengono effettuate attività di accertamento che possono includere anche ispezioni presso gli impianti di produzione. Ed è durante queste ispezioni che vengono raccolti documenti per verificare il rispetto delle disposizioni fiscali.

In caso di evasione o irregolarità l'Agenzia delle Dogane e dei Monopoli procede con il recupero delle somme dovute. 

Plastic tax: ultime notizie

Plastic tax ultime notizie

Le imprese nel settore delle materie plastiche che producono tali manufatti possono beneficiare, per il primo anno, di un credito di imposta del 10% delle spese sostenute per l'adeguamento tecnologico finalizzato alla produzione di manufatti compostabili.

Tuttavia la norma non è molto chiara su questo punto. Il credito d'imposta è stato introdotto con la legge di bilancio 2020 (legge n. 160 del 2019):

"Al fine di promuovere l'adeguamento tecnologico finalizzato alla produzione di manufatti compostabili, è riconosciuto alle imprese, in via transitoria per l'anno 2020, un credito d'imposta nella misura del 10 per cento delle spese sostenute per l'acquisto di macchinari, impianti e attrezzature nuovi di fabbrica, funzionali alla produzione di manufatti compostabili, ad esclusione dei costi relativi all'acquisizione di conoscenze".

L’art. 1, comma 658 della legge di bilancio per il 2020 prevedeva l’adozione di un decreto interministeriale contenente le indicazioni che avrebbero reso operativo il credito d’imposta, entro 60 giorni dalla data di entrata in vigore della legge.

A causa delle numerose e successive proroghe e modificazioni che hanno rinviato l’applicazione della plastic tax al luglio del 2024, non è ancora chiaro quali siano le disposizioni in merito.

Le sfide connesse alla plastic tax in Italia

Sfide plastic tax in Italia

La normativa sulla plastic tax potrebbe sottoporre le aziende italiane a delle vere e proprie sfide, non solo a livello fiscale ma anche amministrativo e operativo. Soprattutto considerando il potenziale impatto sulla produzione di plastica e il rischio di una conseguente chiusura degli impianti

Per ovviare ai tradizionali problemi legati all’innovazione che in questo caso investe il campo dell’ecologia, la soluzione potrebbe essere sempre la stessa. Quella che viene adottata solitamente in questi casi per evitare di soccombere ai cambiamenti.

Le imprese possono esplorare alternative alla plastica monouso, come materiali biodegradabili, compostabili o riciclabili. Questa diversificazione non solo riduce la dipendenza dalla plastica, ma può anche offrire opportunità di innovazione e differenziazione sul mercato, oltre che contribuire a ridurre l'inquinamento da plastica nei nostri oceani ed ecosistemi terrestri, preservando la salute del nostro pianeta.

Un'altra strategia consiste nell'adottare pratiche di riciclo e riutilizzo dei materiali, sia all'interno dei propri processi produttivi che attraverso iniziative di sensibilizzazione e coinvolgimento dei clienti, promuovendo così il consumo di nuove risorse e un'economia circolare.

L’applicazione della plastic tax avrà conseguenze anche sulla logistica aziendale. Ecco alcune delle sfide che le aziende potrebbero ritrovarsi ad affrontare:

  1. Aumento dei costi di trasporto. Se i prodotti imballati in plastica sono tassati, l’aumento dei costi è inevitabile. Inoltre i produttori potrebbero cercare alternative più economiche, come imballaggi in vetro o cartone. Questo potrebbe aumentare i costi di trasporto a causa del peso aggiuntivo o della fragilità degli imballaggi alternativi.
  2. Ristrutturazione della catena di approvvigionamento. Le aziende potrebbero dover ristrutturare la loro catena di approvvigionamento per adottare imballaggi alternativi o ridurre l'uso della plastica. Questo potrebbe comportare cambiamenti nei fornitori, nei processi di produzione e nei percorsi di trasporto.
  3. Innovazione nell'imballaggio. Le tasse sulla plastica potrebbero incentivare l'innovazione nell'imballaggio, spingendo le aziende a sviluppare nuove soluzioni che riducano l'uso della plastica o utilizzino materiali più sostenibili. Questo potrebbe influenzare la supply chain attraverso l'introduzione di nuovi imballaggi e processi di trasporto.
  4. Impatto sulla domanda e sull'offerta. L'introduzione di una tassa sulla plastica potrebbe influenzare la domanda e l'offerta di prodotti imballati in plastica. Potrebbe verificarsi una diminuzione della domanda di prodotti con questo tipo di imballaggio, mentre potrebbe aumentare la richiesta di alternative più sostenibili. Questo influenzerà la logistica attraverso cambiamenti nei volumi e nei tipi di prodotti trasportati.

Conclusioni

La Plastic Tax rappresenta un importante strumento per contrastare l'inquinamento da plastica monouso e promuovere pratiche più sostenibili nell'uso dei materiali plastici. 

Le piccole e medie imprese (PMI) devono comprendere appieno le proprie responsabilità fiscali e gli obblighi derivanti da questa normativa. Non solo per evitare sanzioni e conseguenze legali, ma anche per contribuire attivamente a creare un ambiente più salubre e rispettoso del nostro ecosistema.

Pertanto è fondamentale che adottino pratiche aziendali attente all'ambiente, promuovendo l'adozione di soluzioni alternative alla plastica monouso e investendo in tecnologie e materiali che riducano l'impatto ambientale dei loro prodotti.

Adriana Miccio

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