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Cos'è la supply chain e come gestirla al meglio seguendo i trend 2024

Supply chain

La supply chain, letteralmente catena di approvvigionamento, è il processo attraverso il quale si fornisce un prodotto ad un cliente. Tale processo parte con il fornitore delle materie prime e termina con la logistica dell’ultimo miglio e la consegna del bene al cliente finale.

La supply chain non va confusa con la logistica, che ne rappresenta appena l’ultimo step: si tratta infatti di un processo molto più complesso, composto da diverse fasi, e che coinvolge diversi e variegati attori. 

In questo articolo vedremo proprio questo: cos’è la supply chain, quali sono le sue fasi, come gestirla al meglio e quali strategie è possibile adottare per migliorarla.

Supply chain: cos’è e cosa comprende

Supply chain cosè

Fornire una definizione unica di supply chain non è semplice perché, come anticipato in premessa, si tratta di un processo molto complesso e articolato.

Supply chain: definizione

La supply chain è un processo che consiste nella creazione, vendita e consegna di un bene dal produttore al cliente finale. Ciò avviene attraverso diverse fasi che riguardano la ricerca di mercato, la pianificazione del lavoro, il reperimento delle materie prime, lo stoccaggio, la trasformazione del prodotto e la gestione della logistica.

Ma per comprendere ancora meglio cosa significa "supply chain" sarà bene partire dal suo significato letterale.

Supply chain: significato letterale di un termine complesso

Supply chain significato

Se cerchiamo la traduzione letterale di questa espressione, ne troveremo tre, completamente diverse l’una dall’altra, almeno in apparenza:

  1. catena di approvvigionamento, il reperimento delle materie prime necessarie per realizzare il prodotto finale;
  2. catena di fornitura, qui si può intendere la fornitura, ovvero la produzione e somministrazione, sia delle materie prime che del prodotto finito;
  3. catena di distribuzione, riguarda la consegna del bene al cliente finale.

La verità è che la supply chain è tutte queste cose messe insieme, e molto altro. Infatti, questi tre significati rappresentano tre macro aree all’interno delle quali si svolgono attività diverse, e in cui operano differenti attori.

Il termine catena, dunque, non è casuale: tutte le fasi che compongono la supply chain sono come anelli appartenenti ad una stessa catena. Collegati l’uno all’altro, rappresentano le attività da svolgere partendo dalla produzione del bene fino a raggiungere il cliente. Vediamo quali sono:

  1. rapporto con i fornitori;
  2. approvvigionamento merci e materie prime;
  3. stoccaggio delle materie prime;
  4. produzione;
  5. stoccaggio prodotti finiti;
  6. gestione ordini d’acquisto;
  7. logistica (trasporto al punto vendita o al cliente finale);
  8. logistica di ritorno.

A seconda del tipo di azienda, le fasi che compongono questa attività possono variare. Ad esempio per le aziende che acquistano il prodotto già finito per rivenderlo, le fasi 2, 3 e 4 non sono previste.

Supply chain vs logistica

Supply chain e logistica, quindi, non sono la stessa cosa. La logistica è solo una delle fasi (finali) di un flusso di lavoro molto più articolato che passa dal prodotto grezzo alla consegna finale, che coinvolge in ogni sua fase più figure professionali, dai manager ai corrieri, e che nel suo complesso prende il nome appunto di supply chain.

Adesso che abbiamo ben chiaro questo concetto, vediamo come si ottiene una buona gestione della catena di approvvigionamento, perché è importante e quali figure professionali vengono coinvolte.

Supply chain management: cos’è la gestione della supply chain

Supply chain management cosè

Il supply chain management (SCM) è il coordinamento di tutte le fasi che abbiamo appena elencato e l’ottimizzazione di ognuna di esse, allo scopo di migliorare la brand awareness, la customer experience e ad ottenere quindi la fidelizzazione del cliente

La globalizzazione, la crescita del mercato, il cambiamento delle abitudini d’acquisto dei consumatori per cause diverse, come lo scoppio della pandemia o la diffusione degli ecommerce, hanno reso la supply chain molto più complessa rispetto al passato.

Oggi, quindi, è necessario prevedere una pianificazione del lavoro, eseguendo un controllo costante su tutte le attività.

In realtà la pianificazione del lavoro può partire anche prima della ricezione dell’ordine. L’obiettivo di ogni azienda, infatti, è quello di soddisfare la domanda in qualsiasi momento, senza però incorrere nel cosiddetto over stock, ovvero nell’approvvigionamento eccessivo di scorte rispetto alla richiesta del mercato.

Per evitare che questo accada è necessario prevedere una gestione puntuale della supply chain che passa anche attraverso il coordinamento di tutti i settori aziendali che sono parte del processo. 

Ecco alcune delle figure professionali o dei reparti aziendali coinvolti nella gestione della supply chain:

  1. responsabile degli acquisti: per l'acquisto delle materie prime o dei beni da rivendere; 
  2. responsabile della produzione: per le aziende produttrici e fornitrici, è importante pianificare e coordinare la produzione per soddisfare la domanda del mercato;
  3. responsabile della gestione delle scorte: si occupa di monitorare le scorte di magazzino;
  4. responsabile della qualità: i prodotti devono rispettare standard di qualità e sicurezza;
  5. responsabile delle vendite: si occupa della vendita dei prodotti finiti;
  6. settore logistico: gestione dei magazzini, contatti con i corrieri italiani e esteri, gestione e coordinamento dei trasporti, pianificazione dei percorsi.
  7. responsabile del servizio clienti: gestisce le richieste dei clienti e si occupa della risoluzione dei problemi;
  8. analista della supply chain: si occupa dell'analisi dei dati ed elabora delle previsioni della domanda di mercato per migliorare l'efficienza dell’intera catena di approvvigionamento.

Cosa fa il supply chain manager

Supply chain manager

Il supply chain manager, quindi, ha il compito di gestire tutte queste aree aziendali e queste figure professionali. Pianifica, ad esempio, l’approvvigionamento delle materie prime, coordinandosi con il settore acquisti e con i fornitori, con i quali regola i rapporti. Definisce le caratteristiche dei prodotti e le quantità da produrre o acquistare sulla base del budget stanziato, stabilisce e cura i rapporti con i corrieri, gli standard qualitativi da raggiungere, si interfaccia costantemente con l’analista per pianificare il lavoro, ecc.

L’obiettivo è sempre quello di aumentare la soddisfazione del cliente, migliorare le recensioni e aumentare il margine di profitto

Non è raro, infatti, che i clienti, prima di procedere ad un acquisto, controllino le opinioni di altri utenti, anche per quanto riguarda la precisione e la puntualità nella consegna.

Pertanto è necessario che le aziende acquisiscano una grande quantità di dati che consentano di definire una previsione più realistica possibile della domanda, e di apportare conseguentemente le giuste modifiche all’intero processo di approvvigionamento.

Supply chain digitale

Supply chain digitale

Nel corso degli ultimi anni la supply chain e la sua gestione sono profondamente cambiate. Alle catene di approvvigionamento e distribuzione di un’azienda si richiede maggiore flessibilità, velocità ed efficienza

Il mercato è diventato sempre più veloce e competitivo e introdurre sistemi di informatizzazione e di automazione del magazzino rappresenta uno dei metodi migliori per stare al passo con i tempi.

In pratica, quella che un tempo era una distribuzione analogica si è convertita sempre più in una distribuzione digitale. Questo è avvenuto sia per la produzione in sé, basti pensare alla quantità di prodotti digitali che ogni anno vengono venduti sul mercato, sia per la realizzazione di sistemi automatizzati per gestire l’intero processo, grazie a tecnologie avanzate come l’Internet of Things.

La produzione di massa oggi è diventata più ridotta, ma anche più mirata e personalizzata su una specifica nicchia.

Questo però ha richiesto una maggiore flessibilità sia dal punto di vista hardware, ad esempio introducendo macchinari facilmente modificabili, sia da quello software, con l’utilizzo di sistemi informatici in grado di raccogliere dati da condividere con altri dispositivi. 

I vantaggi della supply chain digitale

Questi sistemi consentono di monitorare il magazzino in tempo reale, tenere traccia dell’indice di rotazione, analizzare la produttività (velocità della manodopera, funzionamento dei macchinari, ecc.) e nel complesso di migliorare la gestione del magazzino e dei flussi di lavoro, riducendo al minimo il margine di errore, ad esempio nelle fasi di picking.

L’automazione delle spedizioni e dell’intera filiera di approvvigionamento e distribuzione consente di migliorare: 

  • i processi di supply chain planning, ovvero di pianificazione e anticipazione della domanda. Attraverso un’analisi puntuale del mercato e dei futuri fabbisogni dei consumatori è possibile progettare le forniture sulla base delle proiezioni realizzate;
  • la supply chain execution, la gestione del lato pratico (trasporti, magazzino, produzione, gestione degli ordini, ecc.).

ShippyPro ad esempio è in grado di semplificare tutte le procedure legate alla parte logistica per organizzare le spedizioni ecommerce, attraverso servizi come Label Creator, per la creazione di etichette, Track & Trace per tenere traccia delle spedizioni o Easy Return per gestire i resi.

Indubbiamente la digitalizzazione della supply chain è una vera sfida, non è semplice connettere tra loro impianti, macchinari, robot e sistemi informatici attraverso l’intelligenza artificiale, ma è questa la direzione verso cui si sta andando, includendo in questo processo tutte le fasi della catena, le figure professionali e i reparti aziendali coinvolti. 

Non a caso esistono numerosi incentivi per le imprese offerti dallo Stato o dall’Unione Europea per agevolare questa trasformazione. 

Per ottenere il massimo dalla supply chain alcune aziende scelgono di esternalizzare la gestione del settore logistico di un ecommerce, attraverso un servizio come la logistica di quarta parte (4PL), un modello di gestione dove viene previsto un intermediario tra l’azienda produttrice e il fornitore di servizi di spedizione.

Se invece si intende monitorare e migliorare la catena di approvvigionamento e distribuzione della propria azienda autonomamente, c’è un’unica strada: farlo attraverso il monitoraggio dei KPI. 

I KPI da monitorare nella supply chain

I kpi della supply chain

I KPI, gli indicatori chiave di prestazione, sono delle metriche che consentono di misurare le prestazioni di un’azienda nel tempo.

Esistono diverse tipologie di indicatori, dai KPI di marketing ai KPI della logistica, a seconda degli obiettivi che si intende raggiungere e del settore di riferimento.

Gli indicatori di prestazione possono essere davvero innumerevoli, in particolar modo se si tratta di un settore tanto ampio come quello della supply chain che abbraccia diverse fasi e aree aziendali.

Qui di seguito, quindi, vedremo solo una selezione di alcuni indicatori da monitorare per la supply chain, dai KPI di magazzino ai KPI di vendita.

  1. Precisione dell’inventario. La tecnologia moderna ci consente di monitorare costantemente gli articoli contenuti in un magazzino: ogni prodotto che entra viene codificato e localizzato attraverso un sistema di letture elettroniche. Questo rende ancora più semplici e veloci le operazioni di verifica dell’inventario per controllare che non ci siano ammanchi nelle scorte. La formula per calcolare questo KPI è la seguente:


Precisione inventario = Inventario tracciato dal sistema / Inventario fisicamente presente


 

  1. Tasso di spedizione puntuale. Consente di calcolare l’efficienza dei processi di spedizione del magazzino, la formula è molto semplice:


Tasso di spedizione puntuale = numero di ordini spediti in tempo o in anticipo / numero totale di ordini spediti


  1. Tasso dei resi. Non sempre è possibile azzerare questo valore, quello che un’azienda può fare è ridurre al minimo il margine di errore per evitare che il cliente, insoddisfatto, rimandi indietro il prodotto ricevuto. Per farlo è necessario focalizzarsi su questo aspetto attraverso il monitoraggio dei resi, applicando la seguente formula:


Tasso dei resi = (articoli resi / articoli venduti) * 100



  1. Numero delle vendite. Il numero delle vendite non ha una vera e propria formula, può essere calcolato ad esempio come un valore assoluto, come percentuale rispetto agli obiettivi di vendita oppure alla media delle vendite dell’azienda.

Supply chain sostenibile

supply chain sostenibile

Abbiamo visto quanto sia importante impostare una supply chain management di qualità, quanto sia fondamentale stare al passo con i tempi utilizzando strumenti che consentono di digitalizzare il più possibile la catena di approvvigionamento. 

Vediamo adesso qual è l’evoluzione di questo macro settore aziendale: la supply chain sostenibile

Si tratta di una tipologia di supply chain che tenta di limitare il più possibile l’impatto ambientale, in ciascuna fase della catena di approvvigionamento. Partendo dalla produzione dei prodotti, realizzata ad esempio con materiali riciclabili e/o riciclati, fino alla consegna al cliente, ad esempio con mezzi ecologici.

Per ottenere una completa sostenibilità è necessario che siano coinvolte tutte le fasi e quindi la collaborazione di tutte le figure professionali, anche quelle esterne all’azienda, ad esempio i fornitori di materie prime.

Gli attori principali di questa trasformazione quindi sono: produttori, fornitori, distributori e trasportatori.

I mezzi per realizzare una supply chain sostenibile possono essere: l’utilizzo di materie prime riciclate, basse emissioni di carbonio durante le fasi della produzione, riduzione dei rifiuti anche attraverso attività di differenziazione degli stessi, e trasporto con mezzi ecologici.

I vantaggi di una supply chain sostenibile

supply chain logistica sostenibile

Questo tipo di trasformazione non è certo semplice e soprattutto per le piccole e medie imprese può rappresentare un cambiamento complesso e costoso da attuare. Ma oltre ad apportare ovvi benefici all’ambiente, a lungo termine le aziende possono trarre i loro vantaggi. Eccone qualcuno.

  1. Riduzione delle spese. Secondo alcune statistiche alcune aziende hanno dichiarato un calo dei costi del 7% grazie all’implementazione di tecnologie digitali.
  2. Miglioramento della reputazione del brand. Sono sempre di più i consumatori che prediligono prodotti ecologici rispetto a quelli più commerciali. Secondo una ricerca svolta da Shopify e Sapio Research il 54% dei consumatori intervistati fa già acquisti sostenibili ad esempio con brand che offrono spedizioni a zero emissioni. 
  3. Differenziazione dai competitor. Orientarsi verso un commercio e una logistica sostenibile è una grande opportunità per le aziende che, oltre a contribuire a ridurre l’impatto ambientale, possono in questo modo distinguersi dai competitor.

Come rendere sostenibile la supply chain della propria azienda

Ecco alcuni passaggi che è possibile mettere in pratica per una supply chain ecologica:

  1. rivolgersi solo a fornitori che rispettano gli standard ambientali;
  2. misurare l'impatto ambientale della supply chain attraverso l’utilizzo di strumenti che permettano di calcolare le emissioni di CO2;
  3. promuovere l'adozione di pratiche sostenibili lungo tutta la catena di approvvigionamento, ad esempio incoraggiando i fornitori a utilizzare energia rinnovabile;
  4. ridurre gli imballaggi e utilizzare quelli realizzati con materiale ecologico;
  5. implementare un sistema di tracciabilità delle materie prime e dei prodotti che permetta di risalire alla loro provenienza.

Implementare un sistema ecosostenibile nella supply chain della propria azienda è soltanto uno dei grandi cambiamenti che questo settore sta affrontando. 

Più in generale la sensibilità verso i temi ecologici sta diventando un trend a livello globale, uno delle 5 macro-tendenze che riguardano prettamente il settore della supply chain. Vediamo insieme gli altri 4.

I trend del 2024 della supply chain

Trend della supply chain

La gestione della supply chain è un processo già complesso, a cui vanno aggiunte una serie di complicazioni e difficoltà che potremmo definire circostanziali.

La pandemia, la guerra, gli attacchi informatici, i cambiamenti climatici sono tutti elementi che hanno influenzato e influenzano il settore della supply chain. 

Per questo l’intera catena è in continua evoluzione, in particolare per quanto riguarda l'ecommerce e la fase di elogistics, come viene definita la logistica dei negozi online. 

Non è semplice per le aziende far fronte continuamente a questi cambiamenti, mentre le aspettative dei consumatori sono sempre più alte. Ad esempio la spedizione veloce e gratuita è il nuovo standard, ma non sempre le aziende riescono a soddisfare queste richieste.

Per far fronte a queste difficoltà molte aziende stanno adottando diverse soluzioni, ecco quali sono i principali trend del 2024, tra cui rientrano anche i trend della logistica.

  1. Investimenti nella digitalizzazione della supply chain, attraverso l'uso di app di scansione, software di gestione dell'inventario, l’applicazione di soluzioni basate sull’intelligenza artificiale (AI).
  2. Investimenti nell'implementazione della realtà aumentata per ridurre i resi. I resi ecommerce rappresentano un ulteriore costo per le aziende, i consumatori restituiscono il 20-30% degli acquisti online e i brand stanno sperimentando nuove tecnologie per ridurre questo fenomeno. Questo permetterà anche di ridurre l’inquinamento dovuto al trasporto e all’imballaggio. Una delle soluzioni più adottate è quella della realtà aumentata che consente ai consumatori di essere sicuri di quello che stanno acquistando.
  3. Diversificazione dei fornitori. Trovare nuovi fornitori, magari di Paesi diversi, è una delle soluzioni più adottate per assicurarsi l’approvvigionamento dei prodotti e fare fronte alla crisi dei trasporti.
  4. Consegne ultra rapide. Complice lo standard a cui ci ha abituati Amazon, oggi ricevere un pacco in meno di 24 ore sta diventando uno degli obiettivi di molte aziende. Ovviamente si parla di aree circoscritte per ora, ma non è escluso che in futuro attraverso l’utilizzo dei droni le consegne in giornata siano possibili anche nelle zone più remote.

Supply chain: conclusioni

In questo articolo abbiamo visto cos’è la supply chain, com’è composta e come ottenere una gestione ottimale per migliorare le prestazioni della propria azienda, attraverso l’applicazione di strategie legate all’intelligenza artificiale e al monitoraggio dei KPI.

Infine abbiamo visto in cosa consiste la supply chain sostenibile e dato un’occhiata ai trend del 2024.

Una supply chain ben organizzata consente alle aziende di migliorare le proprie prestazioni, ridurre gli sprechi e migliorare la propria immagine agli occhi del cliente. Uno strumento indispensabile per fare fronte alle continue oscillazioni del mercato, della domanda e per competere con la concorrenza.

Adriana Miccio

Come content writer appassionata di digital marketing la collaborazione con ShippyPro è una sfida continua che mi permette di unire la passione per la scrittura e la comunicazione al mondo della logistica, cercando ogni volta di fornire contenuti SEO che siano utili anche agli utenti.