La supply chain, letteralmente catena di approvvigionamento, è il processo attraverso il quale si fornisce un prodotto ad un cliente. Tale processo parte con il fornitore delle materie prime e termina con la logistica dell’ultimo miglio e la consegna del bene al cliente finale.
La supply chain non va confusa con la logistica, che ne rappresenta appena l’ultimo step: si tratta infatti di un processo molto più complesso, composto da diverse fasi, e che coinvolge diversi e variegati attori.
In questo articolo vedremo proprio questo: cos’è la supply chain, quali sono le sue fasi, come gestirla al meglio e quali strategie è possibile adottare per migliorarla.
Fornire una definizione unica di supply chain non è semplice perché, come anticipato in premessa, si tratta di un processo molto complesso e articolato.
La supply chain è un processo che consiste nella creazione, vendita e consegna di un bene dal produttore al cliente finale. Ciò avviene attraverso diverse fasi che riguardano la ricerca di mercato, la pianificazione del lavoro, il reperimento delle materie prime, lo stoccaggio, la trasformazione del prodotto e la gestione della logistica.
Ma per comprendere ancora meglio cosa significa "supply chain" sarà bene partire dal suo significato letterale.
Se cerchiamo la traduzione letterale di questa espressione, ne troveremo tre, completamente diverse l’una dall’altra, almeno in apparenza:
La verità è che la supply chain è tutte queste cose messe insieme, e molto altro. Infatti, questi tre significati rappresentano tre macro aree all’interno delle quali si svolgono attività diverse, e in cui operano differenti attori.
Il termine catena, dunque, non è casuale: tutte le fasi che compongono la supply chain sono come anelli appartenenti ad una stessa catena. Collegati l’uno all’altro, rappresentano le attività da svolgere partendo dalla produzione del bene fino a raggiungere il cliente. Vediamo quali sono:
A seconda del tipo di azienda, le fasi che compongono questa attività possono variare. Ad esempio per le aziende che acquistano il prodotto già finito per rivenderlo, le fasi 2, 3 e 4 non sono previste.
Supply chain e logistica, quindi, non sono la stessa cosa. La logistica è solo una delle fasi (finali) di un flusso di lavoro molto più articolato che passa dal prodotto grezzo alla consegna finale, che coinvolge in ogni sua fase più figure professionali, dai manager ai corrieri, e che nel suo complesso prende il nome appunto di supply chain.
Adesso che abbiamo ben chiaro questo concetto, vediamo come si ottiene una buona gestione della catena di approvvigionamento, perché è importante e quali figure professionali vengono coinvolte.
Il supply chain management (SCM) è il coordinamento di tutte le fasi che abbiamo appena elencato e l’ottimizzazione di ognuna di esse, allo scopo di migliorare la brand awareness, la customer experience e ad ottenere quindi la fidelizzazione del cliente.
La globalizzazione, la crescita del mercato, il cambiamento delle abitudini d’acquisto dei consumatori per cause diverse, come lo scoppio della pandemia o la diffusione degli ecommerce, hanno reso la supply chain molto più complessa rispetto al passato.
Oggi, quindi, è necessario prevedere una pianificazione del lavoro, eseguendo un controllo costante su tutte le attività.
In realtà la pianificazione del lavoro può partire anche prima della ricezione dell’ordine. L’obiettivo di ogni azienda, infatti, è quello di soddisfare la domanda in qualsiasi momento, senza però incorrere nel cosiddetto over stock, ovvero nell’approvvigionamento eccessivo di scorte rispetto alla richiesta del mercato.
Per evitare che questo accada è necessario prevedere una gestione puntuale della supply chain che passa anche attraverso il coordinamento di tutti i settori aziendali che sono parte del processo.
Ecco alcune delle figure professionali o dei reparti aziendali coinvolti nella gestione della supply chain:
Il supply chain manager, quindi, ha il compito di gestire tutte queste aree aziendali e queste figure professionali. Pianifica, ad esempio, l’approvvigionamento delle materie prime, coordinandosi con il settore acquisti e con i fornitori, con i quali regola i rapporti. Definisce le caratteristiche dei prodotti e le quantità da produrre o acquistare sulla base del budget stanziato, stabilisce e cura i rapporti con i corrieri, gli standard qualitativi da raggiungere, si interfaccia costantemente con l’analista per pianificare il lavoro, ecc.
L’obiettivo è sempre quello di aumentare la soddisfazione del cliente, migliorare le recensioni e aumentare il margine di profitto.
Non è raro, infatti, che i clienti, prima di procedere ad un acquisto, controllino le opinioni di altri utenti, anche per quanto riguarda la precisione e la puntualità nella consegna.
Pertanto è necessario che le aziende acquisiscano una grande quantità di dati che consentano di definire una previsione più realistica possibile della domanda, e di apportare conseguentemente le giuste modifiche all’intero processo di approvvigionamento.
Nel corso degli ultimi anni la supply chain e la sua gestione sono profondamente cambiate. Alle catene di approvvigionamento e distribuzione di un’azienda si richiede maggiore flessibilità, velocità ed efficienza.
Il mercato è diventato sempre più veloce e competitivo e introdurre sistemi di informatizzazione e di automazione del magazzino rappresenta uno dei metodi migliori per stare al passo con i tempi.
In pratica, quella che un tempo era una distribuzione analogica si è convertita sempre più in una distribuzione digitale. Questo è avvenuto sia per la produzione in sé, basti pensare alla quantità di prodotti digitali che ogni anno vengono venduti sul mercato, sia per la realizzazione di sistemi automatizzati per gestire l’intero processo, grazie a tecnologie avanzate come l’Internet of Things.
La produzione di massa oggi è diventata più ridotta, ma anche più mirata e personalizzata su una specifica nicchia.
Questo però ha richiesto una maggiore flessibilità sia dal punto di vista hardware, ad esempio introducendo macchinari facilmente modificabili, sia da quello software, con l’utilizzo di sistemi informatici in grado di raccogliere dati da condividere con altri dispositivi.
Questi sistemi consentono di monitorare il magazzino in tempo reale, tenere traccia dell’indice di rotazione, analizzare la produttività (velocità della manodopera, funzionamento dei macchinari, ecc.) e nel complesso di migliorare la gestione del magazzino e dei flussi di lavoro, riducendo al minimo il margine di errore, ad esempio nelle fasi di picking.
L’automazione delle spedizioni e dell’intera filiera di approvvigionamento e distribuzione consente di migliorare:
ShippyPro ad esempio è in grado di semplificare tutte le procedure legate alla parte logistica per organizzare le spedizioni ecommerce, attraverso servizi come Label Creator, per la creazione di etichette, Track & Trace per tenere traccia delle spedizioni o Easy Return per gestire i resi.
Indubbiamente la digitalizzazione della supply chain è una vera sfida, non è semplice connettere tra loro impianti, macchinari, robot e sistemi informatici attraverso l’intelligenza artificiale, ma è questa la direzione verso cui si sta andando, includendo in questo processo tutte le fasi della catena, le figure professionali e i reparti aziendali coinvolti.
Non a caso esistono numerosi incentivi per le imprese offerti dallo Stato o dall’Unione Europea per agevolare questa trasformazione.
Per ottenere il massimo dalla supply chain alcune aziende scelgono di esternalizzare la gestione del settore logistico di un ecommerce, attraverso un servizio come la logistica di quarta parte (4PL), un modello di gestione dove viene previsto un intermediario tra l’azienda produttrice e il fornitore di servizi di spedizione.
Se invece si intende monitorare e migliorare la catena di approvvigionamento e distribuzione della propria azienda autonomamente, c’è un’unica strada: farlo attraverso il monitoraggio dei KPI.
I KPI, gli indicatori chiave di prestazione, sono delle metriche che consentono di misurare le prestazioni di un’azienda nel tempo.
Esistono diverse tipologie di indicatori, dai KPI di marketing ai KPI della logistica, a seconda degli obiettivi che si intende raggiungere e del settore di riferimento.
Gli indicatori di prestazione possono essere davvero innumerevoli, in particolar modo se si tratta di un settore tanto ampio come quello della supply chain che abbraccia diverse fasi e aree aziendali.
Qui di seguito, quindi, vedremo solo una selezione di alcuni indicatori da monitorare per la supply chain, dai KPI di magazzino ai KPI di vendita.
Precisione inventario = Inventario tracciato dal sistema / Inventario fisicamente presente
Tasso di spedizione puntuale = numero di ordini spediti in tempo o in anticipo / numero totale di ordini spediti
Tasso dei resi = (articoli resi / articoli venduti) * 100
Abbiamo visto quanto sia importante impostare una supply chain management di qualità, quanto sia fondamentale stare al passo con i tempi utilizzando strumenti che consentono di digitalizzare il più possibile la catena di approvvigionamento.
Vediamo adesso qual è l’evoluzione di questo macro settore aziendale: la supply chain sostenibile.
Si tratta di una tipologia di supply chain che tenta di limitare il più possibile l’impatto ambientale, in ciascuna fase della catena di approvvigionamento. Partendo dalla produzione dei prodotti, realizzata ad esempio con materiali riciclabili e/o riciclati, fino alla consegna al cliente, ad esempio con mezzi ecologici.
Per ottenere una completa sostenibilità è necessario che siano coinvolte tutte le fasi e quindi la collaborazione di tutte le figure professionali, anche quelle esterne all’azienda, ad esempio i fornitori di materie prime.
Gli attori principali di questa trasformazione quindi sono: produttori, fornitori, distributori e trasportatori.
I mezzi per realizzare una supply chain sostenibile possono essere: l’utilizzo di materie prime riciclate, basse emissioni di carbonio durante le fasi della produzione, riduzione dei rifiuti anche attraverso attività di differenziazione degli stessi, e trasporto con mezzi ecologici.
Questo tipo di trasformazione non è certo semplice e soprattutto per le piccole e medie imprese può rappresentare un cambiamento complesso e costoso da attuare. Ma oltre ad apportare ovvi benefici all’ambiente, a lungo termine le aziende possono trarre i loro vantaggi. Eccone qualcuno.
Ecco alcuni passaggi che è possibile mettere in pratica per una supply chain ecologica:
Implementare un sistema ecosostenibile nella supply chain della propria azienda è soltanto uno dei grandi cambiamenti che questo settore sta affrontando.
Più in generale la sensibilità verso i temi ecologici sta diventando un trend a livello globale, uno delle 5 macro-tendenze che riguardano prettamente il settore della supply chain. Vediamo insieme gli altri 4.
La gestione della supply chain è un processo già complesso, a cui vanno aggiunte una serie di complicazioni e difficoltà che potremmo definire circostanziali.
La pandemia, la guerra, gli attacchi informatici, i cambiamenti climatici sono tutti elementi che hanno influenzato e influenzano il settore della supply chain.
Per questo l’intera catena è in continua evoluzione, in particolare per quanto riguarda l'ecommerce e la fase di elogistics, come viene definita la logistica dei negozi online.
Non è semplice per le aziende far fronte continuamente a questi cambiamenti, mentre le aspettative dei consumatori sono sempre più alte. Ad esempio la spedizione veloce e gratuita è il nuovo standard, ma non sempre le aziende riescono a soddisfare queste richieste.
Per far fronte a queste difficoltà molte aziende stanno adottando diverse soluzioni, ecco quali sono i principali trend del 2024, tra cui rientrano anche i trend della logistica.
In questo articolo abbiamo visto cos’è la supply chain, com’è composta e come ottenere una gestione ottimale per migliorare le prestazioni della propria azienda, attraverso l’applicazione di strategie legate all’intelligenza artificiale e al monitoraggio dei KPI.
Infine abbiamo visto in cosa consiste la supply chain sostenibile e dato un’occhiata ai trend del 2024.
Una supply chain ben organizzata consente alle aziende di migliorare le proprie prestazioni, ridurre gli sprechi e migliorare la propria immagine agli occhi del cliente. Uno strumento indispensabile per fare fronte alle continue oscillazioni del mercato, della domanda e per competere con la concorrenza.